Colleferro (Rm), 16 set. (askanews) – “Ogni tempo, ogni civiltà è stata attraversata dalla violenza. Un peso, un freno sull’umanità”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Colleferro (Rm) nella cerimonia per commemorare la figura di Willy Monteiro Duarte, giovane italiano di origine capoverdiana, ucciso il 6 settembre del 2020 in un pestaggio di strada mentre tentava di difendere un amico e medaglia d’oro al valore civile alla memoria.
“In ogni tempo la violenza si è manifestata in modi diversi. Dobbiamo guardare alla violenza del nostro tempo per contrastarla, per sconfiggerla. Nelle società del mondo di oggi ritorna la diffusione di un clima di avversione, di rancore, di reciproco rifiuto che spesso – come si legge nei recenti fatti di cronaca – sfocia nella violenza e giunge all’omicidio”, ha sottolineato il capo dello Stato, con un riferimento che pur senza esplicitarlo, sembra riferirsi al caso dell’assassinio nello Utah dell’attivista statunitense Charlie Kirk.
“Sui social – e non soltanto su di essi – vengono spesso amplificate – ha detto ancora Mattarella – parole di odio. Vengono accompagnate da narrazioni create per generare sfiducia, paura, risentimento, per provocare divisioni, conflitti, scontri. Vengono rifiutate la realtà, il rispetto delle opinioni, la critica civile, la responsabilità personale di ciascuno. Il diverso da sé stessi viene visto come un nemico, un nemico da combattere e da abbattere. Lungi dal considerare la diversità di opinione, di condizioni una sfida all’approfondimento, si ritiene che l’altro debba essere annientato”.
“La violenza – è il monito lanciato dal capo dello Stato – rischia così di diventare ordinaria, banale; rischia di fare occultare il suo significato anti-umano e vi è chi arriva a farne ragione di vanto”.