Riapre la caccia, Legambiente: “tra preaperture e deroghe è già un far west”

immagine di caccia

La nota dell’associazione alla vigilia della stagione venatoria: “Parlamento e Regioni spalancano i cancelli a caccia selvaggia. Mentre la natura italiana lotta contro la crisi della biodiversità”

Dopo le prime giornate di preapertura già da lunedì 1 settembre, domenica 21 settembre apre ufficialmente la stagione della caccia in Italia. Alla vigilia dell’apertura della stagione venatoria, Legambiente esprime “sdegno e profonda preoccupazione. Non solo la maggioranza parlamentare accelera sul Ddl 1552, una riforma che rischia di demolire la legge 157/1992 – cancellando sessant’anni di conquiste in materia di tutela della fauna selvatica – ma diverse Regioni hanno già concesso deroghe e preaperture che equivalgono a un’autorizzazione indiscriminata all’illegalità. Non parliamo di eccezioni marginali: nelle ultime settimane sono state autorizzate deroghe per l’abbattimento di oltre 800.000 uccelli appartenenti a specie protette, una cifra che smentisce qualunque pretesa di “gestione sostenibile” e che descrive piuttosto un’aggressione senza precedenti. Altro che “paladini del territorio”: siamo davanti a veri e propri “predoni del territorio”, sostiene l’associazione ambientalista.

Non meno grave è il bilancio umano della caccia: secondo l’Osservatorio Vittime della Caccia, in Italia si contano negli ultimi anni centinaia di feriti e oltre duecento persone morte legate direttamente all’attività venatoria. Non si tratta di incidenti isolati, ma di un problema strutturale di sicurezza pubblica. Una pratica che diventa ogni anno più pericolosa, con una base di cacciatori sempre più anziana e meno preparata.

«Chiediamo con forza che Parlamento e Regioni fermino questa deriva», dichiara Stefano Raimondi, responsabile biodiversità di Legambiente. «Non accetteremo una “riforma” che smantelli vincoli e controlli per favorire interessi privati. Pretendiamo sicurezza per i cittadini e tutela per la fauna: stop alle preaperture, alla caccia in deroga, all’uso dei richiami vivi e a ogni norma che trasformi la natura di tutti in un luna park venatorio a cielo aperto per pochi».

“Ai giornalisti e ai parlamentari chiediamo – aggiunge Legambiente – di guardare i fatti: sono disponibili dossier fotografici, dati sugli incidenti e testimonianze dirette che documentano l’impatto devastante di questa deriva. Intervistate chi ha visto uccidere il proprio animale domestico e chi ha timore di uscire nel proprio terreno per l’arroganza di cacciatori impuniti e incivili. La caccia non è più una questione di tradizione: quando miete centinaia di migliaia di vittime animali in deroga, produce morti e feriti tra le persone e spinge il legislatore a smantellare le tutele alla biodiversità, si trasforma – continua Legambiente – in una minaccia alla salute pubblica e alla democrazia”.

“È il momento che la politica scelga da che parte stare: dalla parte della Costituzione e della tutela del patrimonio indisponibile dello Stato o dalla parte di una minoranza armata che spara per divertimento. Invitiamo cittadini, associazioni e media a mobilitarsi per fermare questa deriva: la politica che sceglie la seconda ipotesi perde sempre più consenso elettorale, quando sceglie di tutelare la biodiversità e la sicurezza collettiva – conclude Legambiente – guadagna invece la fiducia e i voti dei cittadini”.

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