Nel 2024 le rinnovabili hanno attratto ben 21 volte più investimenti del nucleare

La centrale nucleare di Trillo, in Spagna

L’energia nucleare contribuisce solo per il 9% alla generazione elettrica globale e lo sviluppo degli Smr è molto meno avanzato di quanto si creda. I numeri del Rapporto annuale sullo stato dell’industria nucleare nel mondo

Il 2024 è stato l’anno del sorpasso netto delle fonti di energia rinnovabile, spinte da costi in calo e batterie in forte crescita con costi ridotti del 40%. Rallenta il nucleare, che segna un record di produzione grazie alla Cina, ma non mostra una ripresa strutturale globale.

È la sintesi delle 589 pagine del World nuclear industry status report 2025, uno dei più autorevoli rapporti internazionali sullo stato dell’industria nucleare mondiale, presentato a Roma lunedì 22 settembre. Il focus sull’Italia ci ricorda che il nostro Paese sta considerando un possibile ritorno all’energia nucleare in risposta alla crisi climatica e alla volatilità dei prezzi energetici puntando a una quota compresa nella forbice 11-22% di produzione elettrica da nucleare entro il 2050 anche se le priorità restano rinnovabili, reti intelligenti e storage. Le rinnovabili, in termini di investimenti hanno attratto, nel 2024, ben 21 volte più fondi del nucleare, per il quale le preoccupazioni includono i costi elevati e la dipendenza da forniture estere di combustibile, soprattutto perché la Russia resta il fornitore chiave nella filiera del combustibile nucleare e guida l’export di reattori.

Nel 2024, si legge nel rapporto, la produzione nucleare mondiale è aumentata del 2,9% e ha toccato un nuovo record con 2.677 terawattora (TWh) dovuto quasi solo alla Cina. Fuori, la produzione è calata del 14% rispetto al 2006 (-363 TWh). La quota del nucleare nel mix elettrico globale è scesa al 9%, il valore più basso in 40 anni. Gli investimenti, l’anno scorso, sono stati 728 miliardi di dollari sulle rinnovabili non-idroelettriche, 21 per il nucleare. La nuova capacità è di 565 Gw tra solare ed eolico contro i 5,4 Gw netti nucleari con le prime due fonti che hanno generato il 70% in più di elettricità rispetto al nucleare.

“Le prospettive indicano una rapida crescita delle rinnovabili e dei sistemi di accumulo, mentre il nucleare è alla ricerca di nuove soluzioni ma destinato a giocare un ruolo limitato fino al 2050” rileva Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, che ha co-organizzato la presentazione del rapporto.

Lo stato di avanzamento dei piccoli reattori modulari

Un capitolo intero è dedicato allo stato di sviluppo dei Reattori modulari di piccola taglia (SMR), molto meno avanzato di quanto comunemente si creda. La maggior parte dei potenziali nuovi paesi nucleari esaminati, inclusa l’Italia, si trova in fasi molto iniziali di pianificazione. Sui Piccoli reattori modulari il rapporto evidenzia che “i progressi sono limitati”: solo un progetto in Canada ha ricevuto l’approvazione per la costruzione. La Cina sta costruendo due tipi di Smr, ma mancano informazioni sulle prestazioni. Nel mondo occidentale non ci sono costruzioni significative e due startup nucleari europee sono già in difficoltà finanziarie.

A metà 2025 risultavano 63 cantieri di centrali nucleari in 11 paesi, con la Cina che ha 32 reattori in costruzione. La Russia ne ha 27 in costruzione, di cui 7 domestici e 20 in altri paesi. I reattori operativi nel mondo sono 408 in 31 paesi, mentre sono 218 quelli chiusi; 23 quelli completamente smantellati. L’installazione di sistemi di accumulo energetico su scala di rete (Bess) sta crescendo rapidamente, con un aumento significativo della capacità globale: oltre l’80% è stata aggiunta negli ultimi tre anni. La crescita annuale media globale è aumentata del 115% tra il 2021 e il 2024. La capacità totale di Bess ha raggiunto 360 GWh. L’integrazione di 350 GWh di “batterie su ruote” negli Stati Uniti potrebbe quasi raddoppiare la capacità globale.

L’energia nucleare è diventata irrilevante nel mercato globale delle tecnologie di generazione elettrica, ormai dominato da solare ed eolico, sempre più integrati dai sistemi di accumulo

Mycle Schneider, coordinatore e curatore del rapporto, ha dichiarato che “esiste un preoccupante e crescente divario tra la percezione pubblica e la realtà industriale, quando si parla di energia nucleare. Mentre in molti Paesi vengono fatte dichiarazioni politiche e stanziati ingenti fondi pubblici, il numero di Stati che operano e costruiscono centrali nucleari è in realtà in diminuzione. L’energia nucleare è diventata irrilevante nel mercato globale delle tecnologie di generazione elettrica, ormai dominato da solare ed eolico, sempre più integrati dai sistemi di accumulo”.

Benjamin Fishman della Fondazione Heinrich-Böll che ha contribuito al rapporto ha aggiunto: “In un settore come quello energetico, dove la trasparenza spesso lascia il posto agli interessi economici, è fondamentale avere voci indipendenti che analizzino con rigore dati e cifre dell’industria nucleare a livello mondiale. È oggi più che mai importante portare queste voci anche in Italia, dove da anni alcuni gruppi di interesse cercano di riaprire un dibattito che era stato chiuso”.

L’iniziativa è stata co-organizzata Fondazione Heinrich-Böll, Fondazione Friedrich-Ebert, Ufficio federale tedesco per la sicurezza della gestione delle scorie nucleari (BASE), Mycle Schneider Consulting, dal Kyoto Club  e dal Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica).

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