
Da fine gennaio, la nave schiantata contro il pontile il 28 gennaio scorso fa parte ormai del paesaggio costiero
Ancora tu? Ma non dovevano vederci più? Ancora tu? Non mi sorprende lo sai…
Difficile non avere in testa la nota canzone di Battisti mentre ad ottobre torniamo a Marina di Massa e già dal lungomare vediamo, ancora (non mi sorprende lo sai) da lontano l’enorme sagoma della nave Guang Rong sempre lì, semi galleggiante ed appoggiata sul pontile da mesi, da fine gennaio 2025 per la precisione. Eravamo sul posto appena ci fu l’incidente (per fortuna ricordiamo senza morti e feriti), siamo tornati dopo alcuni mesi, poi ancora ad agosto con la gente che faceva bagno e selfie davanti al relitto.
Ogni volta abbiamo sentito il ritornello “a brevissimo verrà tolta”. Ed ogni volta eravamo assai dubbiosi. Ad agosto la versione poco ufficiale e molto ufficiosa era che a settembre sarebbe stata rimossa. A distanza di un mese siamo tornati e la nave è ancora lì, e nuovamente quello che si sussurra fra la gente è “a breve verrà tolta!”, ormai più una speranza che una certezza. Osserviamo e fotografiamo la nave, ad occhio e croce non manca nemmeno un sasso dell’enorme carico di pietre che la nave trasportava.
Le transenne sono spostate dalle onde e dal vento, ormai è talmente normalizzato il mega relitto semi galleggiante che sono finiti anche i curiosi. Gli ombrelloni sono chiusi, ma sono ancora piantati nella sabbia a raccontarci che la stagione è finita da poco e che qualche sprazzo di sole e di caldo potrebbe farli riaprire un’ultima volta. In testa ci risuona già il prossimo pezzo musicale, il “Mare di inverno”, testo di Ruggeri per voce graffiante della Bertè. Chissà se col mare di inverno la nave ci sarà ancora o sarà rimossa. Però a novembre c’è il rischio, concreto, delle mareggiate.
In realtà la ditta navale che si occuperà della rimozione è già stata individuata ed è la strutturata azienda che ha recuperato la super nave da crociera Concordia, però i lavori non partono perché rimane la guerra delle assicurazioni. Chi paga? E quanto paga? E in che tempi? Non sono domande banali di fronte ad una rimozione così imponente e giustamente una azienda che deve imbastire un recupero di una nave di 100 metri e svariate tonnellate, carica di pietre, vuole avere la sicurezza di essere pagata. Insomma, siamo alle solite, “ancora tu, ma non dovevano vederci più?”.