Prima hanno rubato un gattino nero dal trasportino che la sua proprietaria aveva lasciato pochi istanti nell’androne di casa, poi lo hanno torturano, marchiandolo con una croce sul fianco. Non solo, il micio, forse abbandonato dopo la barbarie cui è stato sottoposto, è stato poi ritrovato morto, probabilmente investito dopo che i suoi torturatori se ne sono liberati. L’episodio è accaduto a Treviso, in Veneto, la scorsa estate, ma i dettagli della vicenda stanno emergendo solo ora, come si legge su Treviso Today.
Il gatto prima torturato e poi investito
Tutto ha avuto inizio lo scorso 22 agosto, quando il gatto è stato rapito. Una giornata che la sua umana non dimenticherà mai e che lei ha reso nota per denunciare quanto accaduto al suo micio. Dopo la sua sparizione, la donna ha cercato in tutti i modi di ritrovarlo, anche servendosi dei social. Dopo i tanti messaggi di solidarietà è arrivata una chiamata che segnalava la presenza di un gatto simile al suo, morto per strada. Quello che giaceva sull’asfalto era proprio il suo Bablo. Non lontano da lì, in una casa abbandonata, la padrona ha ritrovato anche uno scatolone vuoto, dove erano visibili dei graffi. Forse la “cella” momentanea del gatto prima o dopo che venisse torturato.
L’ipotesi del rito satanico
“Il tutto – fa sapere la proprietaria – fa pensare a un rito esoterico a cui Bablo sarebbe stato sottoposto forse per il suo manto completamente nero prima di venire liberato in condizioni tali di stress, spavento e deperimento da farlo finire sotto un’auto. Viene da chiedersi chi possa aver compiuto una simile brutalità nei confronti di un piccolo gatto inerme.
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