Roma, 17 ott. (askanews) – “Io rispetto i ruoli e i tempi. Ho preso il giusto tempo per meditare. Poi, di fronte ai veti alla mia lista e al mio nome nel simbolo, cosa inaudita in democrazia, ho deciso che se dovevo essere un problema questo era l’unico modo per esserlo davvero”. Lo ha detto Luca Zaia (Lega), spiegando in una intervista al Corriere della Sera la sua decisione di candidarsi col suo partito alle elezioni regionali nel Veneto, al termine del suo ultimo mandato da presidente della Giunta.
Cioè candidarsi per andare alla conta. Ma con chi ce l’ha? “Con nessuno. Mi sono candidato – ha rivendicato – perché me lo chiedono tanti cittadini che non si riconoscono nei partiti. La Lista Zaia aveva preso il 44% nel 2020. Oggi quel bacino è un contenitore per elettori di varia provenienza. Non sfruttare questo patrimonio è un errore”.
“Molti veneti – ha spiegato ancora il governatore uscente – non hanno gradito i veti su di me. I consensi che tutti i sondaggi mi riservano non possono essere trascurati. Adesso vedremo come reagiranno”. I veti arrivano dal centrodestra, ha osservato l’intervistatore. “Ho un ottimo rapporto con la coalizione e penso che Giorgia Meloni stia lavorando molto bene, soprattutto sul piano internazionale. Però non posso accettare che dopo 15 anni di buongoverno io sia considerato da qualcuno un problema. Non chiedo niente per me. Ma il valore di quel che abbiamo fatto non può essere dimenticato”, ha detto ancora l’esponente leghista, che prevede, all’interno della coalizione di centrodestra, “una campagna molto combattuta, casa per casa. Sarà una grande opportunità per la coalizione”. Quanto all’esito della battaglia, ha precisato, “non ho la palla di vetro. Di certo, venderemo cara la pelle”.