Maria Luisa Ramponi chiamava “bastardi” i carabinieri che venivano a salvarla. Una lady Macbeth a Castel d’Azzano

Al momento, dei sopravvissuti all’esplosione del casolare a Castel d’Azzano è quella messa peggio. Maria Luisa, la più piccola dei tre fratelli Ramponi, è ricoverata in terapia intensiva, inseme ad altri due carabinieri.

Ricoverata in terapia intensiva

Di quelli che sono saliti a salvarla mentre veniva giù tutto, di quelli che hanno perso la vita in servizio per colpa sua. Lei che quelli li chiamava “bastardi”, anche quando stavano rischiando la pelle per metterla in salvo, lei in piedi in quel solaio che miracolosamente aveva resistito al crollo, mentre tutt’attorno bruciava.

strage castel d'azzano
Maria Luisa Ramponi chiamava “bastardi” i carabinieri che venivano a salvarla. Una lady Macbeth a Castel d’Azzano (foto Ansa-Blitzquotidiano)

La “maledetta”, riferisce le voci del posto la cronista del Corriere della Sera. Un personaggio scespiriano, la donna forte, sebbene anagraficamente la più piccola, di una famiglia vissuta fuori dal mondo, cresciuta tra le bestie.

Era lei a negoziare con il resto del mondo che voleva portar loro via la casa e il podere. Negoziare tramite ricatto, il gas sempre aperto, come un anno fa. È lei che, con i vani saturi di Gpl, fa partire il micidiale innesco: l’accendino con il quale ha accesso la molotov che ha lanciato direttamente sulla bombola…

Il lancio della molotov, il fatale innesco

Con le camere sature di gas non si sa mai come può andare a finire. Lo sapevano anche i carabinieri esperti e tuttavia impotenti di fronte alla follia che segue un disegno preciso di morte.

Per esplodere, la concentrazione di gas deve essere a un certo grado di densità, dentro un ampio range. Poteva andare diversamente, molto diversamente: non avendo, la “maledetta”, deciso di appiccare l’incendio proprio sul bocchettone della bombola. Al momento è ricoverata in terapia intensiva ed è il maggior indiziato di un delitto atroce, addirittura una strage.

 

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