Non si accorgono di un tumore al colon, dopo un anno e mezzo muore: ai familiari maxi risarcimento

Un tumore al colon non diagnosticato, un errore medico e una battaglia legale durata quasi due decenni. È la storia di una famiglia pisana che, a 18 anni dalla morte del loro congiunto, ha finalmente ottenuto giustizia. La Corte d’Appello di Firenze ha condannato l’Asl Toscana a risarcire con circa 2 milioni e mezzo di euro i familiari di un uomo deceduto nel 2007 a causa di una diagnosi errata.

Il caso risale al 2006, quando il 60enne, afflitto da anemia e disturbi intestinali, si era rivolto ai medici dell’ospedale “Felice Lotti” di Pontedera. Il suo medico curante aveva sospettato un tumore al colon e prescritto una colonscopia, ma l’esame, eseguito solo parzialmente, aveva dato esito negativo. Nessuno, tuttavia, aveva controllato il colon destro, dove un anno e mezzo dopo venne scoperta la massa tumorale che portò al decesso dell’uomo.

Il peggioramento e la morte del paziente

Rimandato a casa con la rassicurazione di stare bene, l’uomo vide le proprie condizioni aggravarsi progressivamente. A settembre 2007 un nuovo ricovero portò alla scoperta della forma tumorale ormai metastatica. Nonostante un intervento chirurgico e i cicli di chemioterapia, il 60enne morì nel novembre 2007.

Solo allora la famiglia, convinta che qualcosa non avesse funzionato, decise di avviare un procedimento civile contro Asl, medici e ospedale. Tuttavia, in primo grado, il Tribunale di Pisa respinse le richieste dei familiari, ritenendo insufficiente il nesso tra la mancata diagnosi e la morte del paziente.

La condanna in appello e il risarcimento

La svolta è arrivata con la sentenza firmata dai giudici Santese, Conte e Mazzarelli della Corte d’Appello di Firenze, che hanno ricostruito l’intera vicenda riconoscendo la responsabilità medica.
“Questa corte afferma che ove la diagnosi fosse stata effettuata tempestivamente il tumore avrebbe avuto caratteristiche tali da evitare, più probabilmente che non, anche la chemioterapia”, scrivono i magistrati, attribuendo la morte del paziente agli errori diagnostici dell’ospedale.

Già nel 2024 la Corte aveva accertato la colpa dei sanitari, ma mancava la quantificazione del danno. Ora, con la sentenza depositata, la vedova, i figli, i nipoti e le sorelle dell’uomo riceveranno il risarcimento, comprensivo degli interessi maturati dal 2007 a oggi.

L’Asl ha annunciato ricorso in Cassazione, ma i giudici hanno respinto la richiesta di sospendere l’esecutività della condanna: il risarcimento sarà versato nei prossimi giorni, ponendo fine a una vicenda di dolore e giustizia attesa troppo a lungo.

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