Caos AI sui social, ci mancavano anche i video fake dei politici che “dicono” cose mai dette

Dopo la diffusione del video fake in cui si vede il deputato di FdI Giovanni Donzelli diffamare Sigfrido Ranucci, il giornalista di Report che lo scorso giovedì è stato vittima di un attentato mancato sotto la sua abitazione a Pomezia, sorge spontanea una domanda: erano necessari anche i video fake dei politici? Non siamo ingenui e sappiamo che il pericolo era dietro l’angolo. Se nell’era digitale abbiamo visto nascere le fake news, capaci di orientare anche il voto (caso di scuola il referendum sulla Brexit), perché mai non dovrebbe avvenire lo stesso con l’intelligenza artificiale?

Pensare all’etica e al buon senso è un’illusione. Semmai, ora abbiamo dato un’arma in più a quanti già agivano prima, consapevoli del potere destabilizzante di una notizia falsa, ritenuta vera dai più. Nel caso di Donzelli, a esserne vittima è stato un rappresentante di un partito di “destra”. Ma questo è solo l’inizio e colpirà ambo parti. D’altra parte, se persino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è servito dell’AI per dare vita a video ripugnanti, come quello sulla “Gaza Riviera”, chi produce filmati fake come quello su Donzelli-Ranucci, come potrebbe mai sentirsi in colpa per avere messo (solo) in difficoltà un politico verso un giornalista? L’ulteriore domanda che ci poniamo è: riusciranno i reparti specializzati delle Forse dell’Ordine a stare al passo con il problema? Abbiamo forti dubbi. Si salvi chi può. Forse nessuno.

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