
Sono le prime immagini della missione Sentinel-4 di Copernicus lanciato a luglio scorso, che monitorerà la qualità dell’aria della Terra da una posizione fissa in orbita geostazionaria
Inquinamento denso sulla pianura Padana e anidride solforosa sull’Etna in Sicilia. Sono le prime immagini della missione Copernicus Sentinel-4, lo spettrometro ospitato sul primo satellite Meteosat Sounder di terza generazione e lanciato nel 2025 nell’ambito del programma di osservazione Copernicus dell’Agenzia spaziale e della Commissione europea. Secondo gli esperti, pur essendo preliminari, queste immagini rappresentano una pietra miliare nella capacità dell’Europa di monitorare la qualità dell’aria dall’orbita geostazionaria, a 36.000 chilometri sopra la Terra.
A differenza di altri sensori satellitari che orbitano attorno alla Terra da un polo all’altro a quote più basse, Sentinel-4 opera in orbita geostazionaria, osservando continuamente la stessa regione (Europa e Africa settentrionale) da una posizione fissa. Misura la luce solare riflessa dalla superficie terrestre e dall’atmosfera, rilevando le firme spettrali o ‘impronte digitali’ dei gas traccia e degli aerosol presenti nell’atmosfera. Dalla sua posizione privilegiata, Sentinel-4 può scansionare la stessa regione ogni ora, fornendo aggiornamenti quasi in tempo reale sui principali componenti atmosferici. In più, è la prima a combinare le capacità di monitoraggio meteorologico e della composizione atmosferica su un’unica piattaforma.
Le immagini più significative fornite per l’Italia sono due. La prima raffigura il biossido di azoto troposferico con chiari punti caldi di inquinamento visibili lungo la costa mediterranea e soprattutto sulla Pianura Padana, nella regione condivisa fra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, in data 8 ottobre. È importante notare che Sentinel-4 non può misurare il biossido di azoto su aree coperte da nubi, motivo per cui l’immagine non mostra le concentrazioni in alcune aree della mappa.
Essendo uno dei principali inquinanti atmosferici rilasciati durante la combustione di combustibili fossili, come nei motori dei veicoli, nelle centrali elettriche e negli impianti di riscaldamento, le concentrazioni di biossido di azoto possono variare rapidamente. È tossico di per sé, ma contribuisce anche alla formazione di inquinanti secondari come l’ozono e il particolato, entrambi con gravi ripercussioni sulla salute umana e sull’ambiente.
La seconda immagine invece presenta una colonna verticale di anidride solforosa ben distinta che emerge dall’Etna, in Sicilia, e si sposta verso sud-est sul mare. Sebbene l’Etna sia attualmente relativamente calmo, pennacchi molto più grandi si osservano tipicamente durante i periodi di intensa attività vulcanica. Oltre alle emissioni naturali dei vulcani, l’anidride solforosa viene rilasciata anche dalle attività umane, in particolare dalle navi che bruciano combustibili ad alto contenuto di zolfo e dalle centrali elettriche a lignite. L’anidride solforosa è tossica e contribuisce alla formazione di inquinanti secondari, come il particolato, che rappresentano rischi significativi per la salute e l’ambiente. Questa immagine è stata elaborata con il contributo del Royal Belgian Institute for Space Aeronomy e del German Aerospace Center.