Roma, 30 ott. (askanews) – La riforma costituzionale della giustizia è stata approvata nell’aula del Senato con 112 voti a favore, 59 contrari e 9 astenuti. Si tratta della quarta e ultima lettura conforme, secondo le previsioni dell’articolo 138 della Costituzione. Il testo originario prodotto dal Governo e firmato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e da Nordio, non è stato mai modificato dal Parlamento.
Il passo successivo, essendo mancata, come previsto, la prescritta maggioranza dei due terzi, sarà il referendum confermativo, per il quale tanto la maggioranza quanto l’opposizione hanno fatto sapere di essere intenzionate ad avviare le procedure (firme di un quinto dei parlamentari di una Camera o di 500mila elettori o richiesta da parte di cinque Consigli regionali).
Dopo il voto di approvazione definitiva della riforma della Costituzione che prevede la separazione delle carriere dei magistrati, la nascita di due Csm e l’istituzione di un’alta corte disciplinare, nell’aula del Senato è scattata la protesta di Pd, M5s e Avs. I senatori dell’opposizione che hanno votato contro (Iv si è astenuta mentre Azione ha votato a favore) hanno alzato dei cartelli rossi con la scritta bianca “No a pieni poteri”.
“Cartelli un po’ eccessivi e contrari al regolamento”, ha commentato il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“In questo senso mi riferivo alla litania petulante che ho sentito ancora ieri di una legge
punitiva nei confronti della magistratura in quanto questa separazione era stata prospettata e niente meno che da Giuliano Vassalli quando ha fatto promulgare il suo codice di procedura
penale, Vassalli era un eroe della resistenza che ha lottato per liberare Pertini e Saragat prigionieri a Regina Coeli. Trovo improprio che si ripeta quindi questa tiritera sull’attentato alla Costituzione e via discorrendo”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo l’approvazione definitiva in Senato della riforma costituzionale che prevede la separazione
delle carriere in magistratura.
