A Sala al Barro un impianto che unisce innovazione, economia circolare e rispetto per i lavoratori, riconosciuto da Legambiente tra i migliori in Italia
Ripensare il modo di fare industria edile puntando su sostenibilità e materiali riciclati, innovazione e un’attenta progettazione. È questo il mix vincente che da quasi 20 anni sta trovando un terreno fertile in provincia di Lecco, in Lombardia. Da qui arriva l’esempio dell’impianto di Sala al Barro, una struttura all’avanguardia di proprietà di Fassa Bortolo, inserita da Legambiente nell’elenco dei migliori cantieri nazionali della transizione ecologica e oggi al centro della tappa della campagna nazionale promossa dall’associazione ambientalista. Inaugurato nel 2006, l’impianto si sviluppa su una superficie di 14.000 metri quadrati, e grazie al percorso incentrato in questi anni su innovazione e sostenibilità sta registrando una resa produttiva superiore al 20% rispetto a uno stabilimento tradizionale.
Prima parola d’ordine riciclo e recupero. Lo stabilimento produce materiali per l’edilizia di nuova generazione utilizzando gran parte di materie prime riciclate, provenienti da altri processi industriali, come quelli metallurgici e chimici. In alcuni prodotti, come i massetti autolivellanti, la quota di materiale riciclato raggiunge il 35% del totale. Un dato importante che testimonia come le sia possibile ridurre il prelievo da cava indirizzandosi sul recupero e il materiale da riciclo. Anche le polveri sottili catturate dai filtri vengono riutilizzate nel ciclo produttivo, mentre le pedane in legno, unici scarti dello stabilimento a parte gli imballaggi, sono inviati a una segheria locale per essere trasformati in pallet. Seconda parola d’ordine: tecnologie pulite. L’impianto è dotato di filtri d’aria di ultima generazione, con emissioni fino a cinque volte inferiori ai limiti di legge, e di barriere fonoassorbenti che rendono impercettibile il rumore all’esterno. Ciò consente di ridurre i consumi energetici e le emissioni, garantendo al contempo una qualità costante del prodotto. Inoltre, il sito impiega due turni giornalieri anziché tre migliorando il benessere degli abitanti e dei lavoratori. Terza parola d’ordine: riconversione industriale e attenzione per i lavoratori. L’impianto è frutto di un’attenta progettazione che ha recuperato un vecchio sito dedicato alla produzione della calce (acquisito nel 2000 da Fassa Bortolo) trasformandolo in un insediamento all’avanguardia. Ogni dettaglio dello stabilimento è stato studiato per integrarsi nel contesto urbano e paesaggistico: la torre di miscelazione riprende i colori della roccia del Monte Barro, creando continuità visiva con la montagna, mentre aree verdi e nuove piantumazioni circondano lo stabilimento mitigando l’impatto visivo e migliorando la qualità dell’aria. Circa il 60% dei dipendenti opera da oltre dieci anni, una testimonianza concreta di un modello industriale che unisce efficienza, sostenibilità e responsabilità sociale. Quarta parola d’ordine: controlli. Ogni sei mesi lo stabilimento viene sottoposto a controlli da parte di un ente esterno che valuta inquinamento ambientale e acustico. I dati vengono trasmessi ad ARPA Lombardia, che può comunque in qualsiasi momento accedere per effettuare test a sorpresa.
Le caratteristiche dell’impianto sono state spiegate mercoledì 12 novembre in conferenza stampa a Sala al Barro, in provincia di Lecco, in occasione della 35esima tappa della campagna nazionale “I cantieri della transizione ecologica” di Legambiente che dal 2023 sta raccontando dal nord al sud della Penisola storie e progetti che puntano su sostenibilità ambientale e innovazione, mappati e censiti anche sul sito https://cantieridellatransizione.legambiente.it/.
“Oggi innovazione, tecnologie pulite e conoscenze adeguate – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – rappresentano la chiave vincente per accelerare quel percorso di transizione ecologica necessario e fondamentale anche nel settore dell’edilizia, arrivando a produrre prodotti di qualità attraverso il recupero e riciclo degli inerti provenienti dall’edilizia e da altri materiali. In questo modo si potrà ridurre anche il materiale estratto in cava con una progressiva riduzione delle attività estrattive. Come abbiamo spiegato anche nel nostro ultimo report Cave, presentato di recente a Ecomondo, l’industria edile deve stare al passo con la transizione ecologica. Oggi, peraltro, ci sono già diverse buone pratiche e realtà, come questa, che stanno percorrendo questa strada, però è importante che anche a livello normativo si supporti quanto si sta facendo a partire dal decreto end of waste dedicato e al tempo stesso è importante che si renda economicamente vantaggioso l’utilizzo di materiali provenienti da recupero e riciclo a fronte di quelli vergini”. Legambiente ricorda che nei principali Paesi europei dove c’è stata una politica di progressiva riduzione del conferimento degli scarti edili in discarica, accompagnata da un’attenta incentivazione del riciclo per tutti gli usi compatibili, i risultati sono evidenti, con l’aumento costante della quantità di materiale riciclato e riutilizzato nell’industria delle costruzioni. L’Italia deve dunque accelerare la strada in questa direzione.
“L’edilizia – commenta Bortolo Fassa, Presidente di Fassa Bortolo – è un comparto chiave per realizzare la transizione verso un modello più sostenibile e circolare. Ecco perché anche quest’anno rinnoviamo con entusiasmo il nostro impegno nella campagna di Legambiente, che valorizza proprio i protagonisti della transizione ecologica in Italia. L’impianto di Sala al Barro è un ottimo esempio di cosa intendiamo in Fassa per progettazione intelligente e sostenibile. Un impianto nato guardando all’intero ciclo di vita dei nostri prodotti: approvvigionamento di materia prima (il più possibile riciclata), quantità e qualità del prodotto finito, gestione degli scarti e delle emissioni. Pianificando fin da principio tutti e tre questi aspetti abbiamo creato un sistema integrato con l’ambiente e le persone, che rappresenta al tempo stesso un punto di riferimento per il settore edile di tutto il Nord-Ovest”.
Tripletta cantieri nazionali della transizione ecologica
L’impianto di Sala al Barro è il terzo stabilimento di proprietà di Fasso Bortolo indicato da Legambiente tra i “migliori cantieri nazionali della transizione ecologica in Italia”. Prima di questo impianto, nel 2024 l’associazione ambientalista ha censito e mappato sul sito della sua campagna anche il polo produttivo di Calliano, in Piemonte, in provincia di Asti, nel Basso Monferrato, dove si producono lastre in cartongesso Gypsotech di alta qualità puntando sull’estrazione del gesso utilizzando cave sotterranee con un ridotto impatto su paesaggio e ambiente, e sulla lavorazione del materiale con processi innovativi e circolari. Nell’ottobre del 2023 ha censito anche l’impianto di Ceraino di Dolcé (Vr) emblematico dal punto di vista dell’economia circolare che, a seguito di un intervento di revamping impiantistico, tecnologico e gestionale, è alimentato al 100% da polverino di legno, con un conseguente azzeramento della componente CO₂ da combustibile di origine fossile.
