La vicenda della famiglia che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, ha assunto una risonanza nazionale dopo la decisione del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila di trasferire la madre e i tre figli in una comunità protetta. La premier Giorgia Meloni, definita “colpita e allarmata”, avrebbe chiesto chiarimenti al ministro della Giustizia Carlo Nordio e valuterebbe persino l’invio di ispettori ministeriali a L’Aquila.
La scelta del tribunale, infatti, ha generato un’ondata di reazioni politiche e istituzionali, trasformando un caso familiare in un tema di dibattito pubblico. Tra le voci più critiche spicca quella di Matteo Salvini, che ha definito “vergognoso” l’intervento dello Stato nella gestione educativa della coppia, parlando di “bambini rubati”. A tali dichiarazioni ha risposto la Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati dell’Aquila, che ha condannato ogni tentativo di strumentalizzazione politica.
La famiglia di Palmoli e la filosofia del vivere nel bosco
Al di là dello scontro politico, resta la storia di Nathan, Catherine e dei loro tre bambini, che hanno scelto il casolare immerso nei boschi di Palmoli per vivere in totale armonia con la natura. La loro quotidianità si fonda su un ritorno all’essenziale: niente acqua corrente, niente gas, un bagno esterno e una stufa a legna per il riscaldamento. I genitori, lui inglese e lei australiana, raccontano di voler crescere i figli “nella bellezza, senza tecnologia e a contatto con l’ambiente”.
Anche il percorso scolastico segue questa filosofia: praticano l’unschooling, metodo educativo che, spiegano, è legale in Italia. La situazione è però precipitata dopo un caso di intossicazione alimentare che ha attirato l’attenzione dei carabinieri e dei servizi sociali. Le successive ispezioni hanno evidenziato carenze igienico-sanitarie e l’assenza di vaccinazioni e scolarizzazione, elementi ritenuti critici dagli operatori.
La decisione del tribunale e un Paese che si divide
Il Tribunale dei Minori dell’Aquila ha parlato di “grave negligenza genitoriale”, legata alla mancata frequenza scolastica e all’isolamento della famiglia. Nel decreto di allontanamento si fa riferimento a “violazioni pregiudizievoli dei diritti dei figli all’integrità fisica e psichica”. Questa decisione ha spaccato l’opinione pubblica: da una parte chi difende la libertà educativa e lo stile di vita alternativo dei genitori, dall’altra chi ritiene necessario tutelare i minori da possibili conseguenze future.
Intanto l’avvocato della famiglia, Angelucci, annuncia la presentazione del ricorso, convinto che si possa trovare una soluzione che permetta ai bambini di tornare a casa. Il futuro della famiglia di Palmoli resta quindi sospeso tra decisioni giudiziarie, pressioni politiche e un Paese che continua a interrogarsi sul limite tra libertà individuale e tutela dei minori.
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