Roma, 22 nov. (askanews) – “Ciao Dodo, grazie per la testimonianza di vita che ci hai trasmesso e accompagnaci a conseguire anche noi quella gioia piena alla quale, ora, ti è dato di partecipare”. Con queste parole monsignor Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno, ha concluso la sua omelia ai funerali del direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini, che si sono svolti questa mattina nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, a Firenze.
Una grande folla ha voluto salutare il giornalista che per tanti anni ha svolto il suo lavoro tra quotidiani, tv, agenzie di stampa. A concelebrare anche il cardinale Giuseppe Betori, con cui Mugnaini aveva collaborato nel 2015 per l’organizzazione della visita di papa Francesco a Firenze in occasione del Convegno ecclesiale nazionale, l’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli e altri vescovi toscani: il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena e vescovo di cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena e vescovo di Montepulciano, il vescovo di Fiesole Stefano Manetti, il vescovo di San Miniato Giovanni Paccosi, il vescovo di Massa Carrara Pontremoli Mario Vaccari e il vescovo di Massa Marittima e Piombino Carlo Ciattini. Presenti in cattedrale, oltre ai familiari, i vertici dell’Opera di Santa Maria del Fiore di cui era consigliere, numerose autorità politiche, tra cui la Presidente del Consiglio regionale Stefania Saccardi, la sindaca di Firenze Sara Funaro, gli onorevoli Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi, l’assessora al comune di Firenze Caterina Biti. Presenti anche molti giornalisti, il mondo dell’associazionismo e del volontariato, e tanti amici.
Nell’omelia, Bellandi ha raccontato la loro amicizia, nata in prima elementare: “Un’amicizia che, in forma diversa - mi sento di affermare – nemmeno la morte oggi può spezzare, perché vera. E le cose vere sono per sempre. Essa continuerà a distanza, fino a quando non ci reincontreremo, insieme al Signore”. D’altra parte, ha raccontato, “stringere amicizia con lui era facilissimo. Paradossalmente, la stessa malattia della poliomielite, contratta appena nato, invece di risultare un impedimento ad instaurare relazioni con gli altri, le ha favorite, in quanto ha formato in lui un carattere forte ed estroverso”. Nell’ambito giornalistico, ha aggiunto, “tutti ne ricordano la grande professionalità e il costante impegno – in quanto nessuno gli ha mai “regalato nulla” - qualità che tuttavia si accompagnavano a quella singolare capacità di intessere legami con tutti. In un mondo non raramente - mi perdonino i giornalisti presenti – immune da sentimenti di invidia e competizione, Dodo si faceva stimare e volere bene dai più”. Quindi la malattia: “con lucidità e limpidezza d’animo si è consegnato al Signore senza alcun sentimento di ribellione, non censurando – al contempo – quelle domande, ahimè, senza risposta che il dover percorrere una simile Via Crucis suscitava. Ha però accettato tutto, ripeto, consegnandosi al Padre del cielo”.
Al termine della celebrazione, ha portato il suo saluto l’arcivescovo Gambelli, ricordando “la fedeltà alla verità nel denunciare il male” accompagnata dalla capacità “di riconoscere le luci di speranza nel buio del nostro mondo”. Domenico, ha sottolineato, “è stato per tanti un vero amico. Sensibile e attento nelle relazioni nei confronti del prossimo, in particolare verso i poveri, i sofferenti, gli esclusi. L’indignazione che provava nei confronti di ogni mancanza di rispetto per le persone emarginate e abbandonate lo ha portato a vivere la sua professione di giornalista con quel coraggio e quella determinazione che tutti hanno conosciuto e apprezzato. Il cardinale Betori da parte sua ha voluto ricordare in Domenico Mugnaini “un giornalista vero, di alta professionalità e di dedizione al mestiere” ma anche “un cittadino di Firenze che, pur ribadendo le sue radici casentinesi, si è fatto appassionato protagonista di questa città, da pochi conosciuta come ne era in grado lui, capace non solo di capirla e di interpretarne i tempi e i bisogni, ma anche impegnato a creare concordia e a servire il bene comune”. Un uomo, ha aggiunto, “che ha saputo unire l’amore per la famiglia con il servizio alla comunità, servendone le istituzioni in modo esemplare, con spirito di equilibrio e ricercando la composizione delle diversità, soprattutto in questi anni in cui gli è stato chiesto di svolgere il compito di consigliere dell’Opera di S. Maria del Fiore”. Mugnaini è stato anche, ha proseguito Betori, “un cattolico sincero e coerente, che si è sempre messo al servizio della Chiesa fiorentina, nelle grandi occasioni, diocesane e nazionali – penso al Convegno ecclesiale del 2015 -, come pure nella ferialità della vita parrocchiale, con uno sguardo di fede profonda e con la passione di edificare nell’unità, negli ultimi anni anche tra le Chiese della Toscana con l’illuminata direzione di “Toscana Oggi”. Infine l’arcivescovo emerito di Firenze lo ha definito “un amico, un mio amico, un uomo a cui ricorrere per avere luce su quel che era difficile comprendere dalle stanze dell’arcivescovado, per dare significato a vicende e identità a volti della vita ecclesiale e cittadina, ma anche un amico a cui affidarsi con confidenza e da cui ricevere sostegno e conforto”.
Alla fine, il ricordo affettuoso dei figli Giovanni e Andrea, quindi l’uscita della bara accompagnata da un applauso e la partenza per Montemignaio, luogo delle radici familiari, dove sarà sepolto.
