Cortei in tutta Italia, contro il governo Meloni e gli investimenti in combustibili fossili. Appuntamento venerdì 6 ottobre in 35 città
A due mesi dall’apertura della Cop28 di Dubai, a poche ore dalla pubblicazione dell’Enciclica Laudate Deum di Papa Francesco, una nuova mobilitazione nazionale per il clima e la giustizia climatica. Venerdì 6 ottobre i giovani di tutta Italia tornano in piazza per lo sciopero organizzato da Fridays for future Italia.
“La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia continua a investire ampiamente”, scrive l’organizzazione.
Cortei in 35 città d’Italia, come atto di “Resistenza climatica”, come dichiara il movimento sul sito e sui profili social. Il riferimento storico è alla Resistenza partigiana, “che ha visto persone da diverse città italiane, con diverse visioni politiche e di diversa estrazione sociale unirsi per rovesciare un regime apparentemente colossale e invincibile. Ad oggi la crisi climatica sembra inarrestabile e questa percezione crea emozioni di frustrazione, sconforto ed #eco-ansia”. Le attiviste e gli attivisti scendono in piazza contro le attività del governo Meloni.
“Un governo che, all’indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica è un governo negazionista. E per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica” ha dichiarato Giacomo Zattini, portavoce del movimento fondato da Greta Thunberg.
Il 6 ottobre scenderemo in piazza per il clima nelle città d’Italia, saremo una marea e vogliamo che tu ti unisca. La crisi climatica ed ecologica è qui, ora: quest’estate tra tempeste e incendi devastanti ci ha dimostrato la sua forza distruttrice.
> pic.twitter.com/ITgYTkJN9L— Fridays For Future Italia (@fffitalia) September 27, 2023
L’Italia dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando totalmente il settore elettrico entro il 2035.
Secondo il movimento “è una linea in controtendenza rispetto al Piano Mattei, con il quale il governo vincola il Paese al fossile e lo condanna a eventi estremi sempre più frequenti e intensi”.
“La protesta contro gli investimenti fossili è un atto di resistenza. Non resteremo a guardare mentre il mondo viene condannato a morire. Possiamo vivere senza combustibili fossili, ma non sopravviveremmo un giorno senza le risorse del pianeta. Non possiamo bere il petrolio” dice Alessandro Marconi, attivista di Roma. Fridays For Future Italia “invita tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti ad aderire e a partecipare attivamente allo sciopero in ogni città”.