Vajont, a sessant’anni dal disastro

Vajont Longarone 1963

Il 9 ottobre 1963, 270 milioni di metri cubi di roccia franarono dal monte Toc nel bacino della diga del Vajont. Ben 1.910 le vittime, un disastro annunciato

Sessant’anni fa una piccola valle stretta tra Veneto e Friuli si affacciò tragicamente sulla storia italiana. Alle 22.39 del 9 ottobre 1963, 270 milioni di metri cubi di roccia franarono dal monte Toc nel bacino della diga del Vajont.

Le vittime furono 1.910, l’energia liberata dalla frana pari al doppio di quella sprigionata dalla bomba di Hiroshima. L’onda in parte risalì il versante opposto distruggendo gli abitati lungo le sponde del lago nel comune di Erto e Casso, in parte scavalcò la diga lanciandosi verso la valle del Piave. Quattro minuti dopo la cittadina di Longarone fu spezzata via dall’acqua.

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Una tragedia annunciata, tanto che nel 2008 l’Assemblea generale dell’Onu l’ha indicato come caso esemplare di “disastro evitabile”. Per la giornalista Tina Merlin, che aveva denunciato con forza la verità sulla costruzione della diga, fu un “genocidio dei poveri”.