Cinque anni cruciali

Ong contro le fossili alla Cop28

Il vertice dei 27 capi di Stato e di governo in calendario a fine giugno, dopo le elezioni europee, fisserà le priorità della prossima Commissione

Il 6 febbraio la Commissione ha in programma l’adozione della comunicazione sul target europeo di riduzione delle emissioni climalteranti per il 2040, secondo quanto previsto dalla legge sul clima. Non si tratta di un semplice adempimento normativo per aggiornare la politica climatica ma di un’importante decisione che segnerà l’eredità politica di questa Commissione, avendo un forte impatto sul futuro del Green deal.

Nel rapporto di giugno 2023 il Comitato scientifico europeo sui cambiamenti climatici, istituito con la legge sul clima, raccomanda che il target climatico per il 2040 preveda una riduzione netta delle emissioni del 90-95% rispetto ai livelli del 1990. Il Comitato sottolinea anche necessità e fattibilità di un’azione climatica più ambiziosa da qui al 2030, in grado di ridurre le emissioni “fino al 70% o più”, e l’introduzione di un target intermedio per il 2035, in applicazione del regolamento attuativo dell’Accordo di Parigi che prevede la revisione quinquennale degli obiettivi per essere in linea con la traiettoria di 1,5 °C. Raccomandazioni sostenute dai quattro principali gruppi del Parlamento (popolari, liberali, socialisti e verdi) in una dichiarazione congiunta in cui si chiede a Bruxelles di seguire le indicazioni del Comitato nella definizione del nuovo target climatico e delle politiche necessarie per attuarlo, in modo da fondare il pacchetto di proposte su solide basi scientifiche.

Da qui l’Europa deve partire per mettere in campo un’azione climatica in grado di raggiungere zero emissioni nette già nel 2040. E fare da apripista per tradurre in realtà l’Accordo di Dubai attraverso quel Patto di solidarietà tra Paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo – proposto dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres – per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale. Con l’impegno degli Stati più industrializzati di sostenere finanziariamente l’azione climatica di quelli più poveri e anticipare appunto al 2040 il raggiungimento di zero emissioni nette.

Obiettivo raggiungibile con l’introduzione di misure aggiuntive per rendere più ambizioso l’attuale target del 55% al 2030. Non va dimenticato che gli anni che ci separano dal 2030, come evidenzia l’ultimo rapporto Ipcc, sono cruciali per contenere il surriscaldamento globale entro la soglia critica di 1,5 °C. L’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% grazie al contributo più ambizioso di rinnovabili (50%) ed efficienza energetica (20%). Considerando anche il possibile assorbimento di 600 milioni di tonnellate di CO2 da parte del settore agroforestale, nel 2030 si può raggiungere una riduzione netta delle emissioni di almeno il 76%. In questo modo, mantenendo costante l’assorbimento di 600 Mt di CO2 nei dieci anni successivi, con una riduzione del 92%, tecnologicamente ed economicamente possibile, già nel 2040 si possono raggiugere zero emissioni nette.

Serve un forte cambio di passo rispetto all’attuale azione climatica. Per fronteggiare l’emergenza bisogna infatti triplicare gli sforzi fatti negli ultimi tre decenni e passare da una riduzione media annua delle emissioni climalteranti dell’1,1%, registrata nel 1990-2020, ad almeno il 3,5%, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2040. Serve una radicale inversione di rotta soprattutto nei trasporti, unico settore che continua a registrare emissioni in crescita (+16% rispetto al 1990), che attraverso una rapida elettrificazione deve raggiungere una riduzione media annua di almeno il 5%. La proposta della Commissione sarà discussa nel Consiglio Ambiente del 25 marzo, in preparazione del vertice dei capi di Stato e di governo del 27-28 giugno. In quell’occasione si adotterà l’Agenda strategica europea 2024-2029 per fissare le priorità del prossimo ciclo istituzionale, al via dopo le elezioni di giugno, che dovrà avere l’azione climatica come architrave del nuovo Green deal.