
Nuovo stop per la Legge europea sul ripristino della natura. Niente di fatto nel vertice del 25 marzo. Italia e Ungheria tra gli oppositori
È stata rimandata nuovamente l’approvazione della Nature Restoration Law, che impone il ripristino del 20% degli habitat terrestri e marittimi in Europa entro il 2030 e la riconnessione di 25mila km di fiumi europei. Vantava un ampio sostegno da parte dei cittadini, di 19 Stati membri, di aziende e Ong, alcune riunite nella coalizione #RestoreNature. Dopo l’approvazione del Parlamento è stata considerata sempre più come uno dei pilastri del Green deal europeo e sarebbe dovuta passare al voto lunedì 25 marzo durante il vertice dei ministri dell’Ambiente dell’Ue.
Otto Stati membri però, tra cui Ungheria e Italia, hanno ritirato il loro sostegno. L’obiettivo è sempre quello di invertire decenni di degrado degli ecosistemi e fare un passo in avanti contro la perdita di biodiversità, come stabilito nell’ambito dell’accordo di Kunming-Montreal.
Il Belgio, in qualità di detentore della presidenza del Consiglio dell’UE, ha rinviato il voto è apparso chiaro che il sostegno degli Stati membri era diventato insufficiente. Il Belgio non è riuscito a raccogliere la maggioranza qualificata necessaria per approvare il compromesso già votato dal Parlamento europeo.
Tra i paesi oppositori anche Austria, Polonia, Finlandia, Olanda, Svezia con il ruolo decisivo dell’Ungheria.
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Il commissario europeo per l’ambiente ha avvertito che accantonare la proposta di legge a tempo indeterminato distruggerà la reputazione dell’Ue a livello globale, visto che ha fatto da apripista al vertice sulla biodiversità Cop15 di Montreal nel 2022. “Rischiamo di andare alla Cop16 assolutamente a mani vuote”, ha dichiarato Virginijus Sinkevičius.
Alain Maron, ministro per la transizione climatica del Belgio, che fa da “onesto mediatore” nei negoziati in quanto detentore della presidenza di turno dell’Ue, ha dichiarato ai giornalisti della BBC: “Non sappiamo esattamente quali ragioni abbiano certi Paesi per essere contrari a questa legge. È possibile che cambino idea e voto. La presidenza lavorerà duramente nelle prossime settimane per trovare possibili vie d’uscita da questa situazione di stallo e rimettere il dossier all’ordine del giorno”.