Viva l’Italia che cammina

Lungo il Cammino di Santa Barbara, nel sudovest della Sardegna

Cresce il turismo lento, con ricadute positive in aree marginali. Ma crescono anche i timori per gli impatti dei Giochi di Milano-Cortina

Viaggiare lentamente consente di modellare la mente, l’anima e il corpo con le informazioni e le conoscenze acquisite esplorando luoghi nella natura, visitando borghi e città storiche, attraversando confini e incontrando altre persone: compagni di viaggio, ospiti nelle strutture di accoglienza o semplicemente abitanti dei paesi percorsi. Un piacere che si concedono sempre più italiani, che lungo la nostra penisola riscoprono arte e bellezze, spesso a pochi passi da casa. Insomma, non si è persa quella voglia di trascorre tempo all’aria aperta nata durante la pandemia da Covid-19.

La cover di giugno 2024 di "Nuova Ecologia"In questo mese di giugno, alle porte dell’estate, raccontiamo la crescita del turismo dolce percorrendo, con parole e immagini, alcuni fra gli itinerari più affascinanti del nostro Paese. Dal cammino di Santa Barbara in Sardegna, dove ci si può immergere nel passato minerario del sudovest dell’isola, tra pozzi, miniere, gallerie e spiagge mozzafiato, a quello sulle strade della transumanza in Gargano, ammirando le testimonianze dei Dauni e dell’epoca medioevale, passando per i reperti romani nel verde Abruzzo. Solo alcuni dei tanti percorsi da scoprire con lentezza. Il dossier “Cammini d’Italia”, edito da Terre di Mezzo, ne censisce 100 (erano 56 solo nel 2021), con un numero di presenze raddoppiato in tre anni: le credenziali – ovvero il “passaporto” di camminatori e pellegrini rilasciato dai gestori dei percorsi – sono passate da 57.593 a ben 101.419. Con evidenti benefici per territori, spesso marginali, e paesi in difficoltà a causa dello spopolamento, dove nuove opportunità di reddito arrivano anche in bici. Il cicloturismo, con oltre 56 milioni di presenze, nel 2023 ha registrato un aumento del 6,7% di presenze. Un giro d’affari, e di pedali, da 5,5 miliardi di euro.

Dagli impatti positivi sui territori a quelli negativi, da sventare. Lo scorso 14 maggio venti associazioni – fra cui Libera, Legambiente, Wwf Italia, Cai, Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia e Cipra – hanno lanciato la campagna di monitoraggio civico “Open Olympics 2026” per chiedere che i Giochi olimpici invernali di “Milano-Cortina 2026” siano trasparenti, legali e rendicontabili. Un timore agitato dalla prima inchiesta della Procura di Milano sull’assegnazione di un appalto per i servizi digitali. Le associazioni stimano una spesa di oltre 5 miliardi e 720 milioni di euro. Spendere bene queste risorse, e senza alcuna macchia di illegalità e corruzione, sarebbe per l’Italia la vera medaglia da mettersi al collo.