
Presentato a Roma il libro “GENeraZioni capaci di rigenerazione”, prodotto finale del progetto “Lavori in corso” per il contrasto alla povertà educativa. Coinvolte Roma, Palermo, Pisa, Tolentino e Sant’Arpino
La bellezza è nelle mani delle ragazze e dei ragazzi, che nel corso degli ultimi quattro anni hanno riscoperto e rigenerato gli spazi del loro quartiere. È l’esperienza dei giovani del progetto Lavori in Corso – Adottiamo la città di Legambiente, finanziato dall’Impresa sociale Con i Bambini tramite il Fondo per il contrasto alla povertà educativa, che si è svolto in cinque città molto diverse tra loro per localizzazione, dimensione, popolazione, complessità e storia, ma allo stesso tempo con caratteri omogenei, legati ai disagi della vita nella periferia: Roma, Palermo, Pisa, Tolentino (Mc) e Sant’Arpino (Ce). Un’iniziativa che ha visto il protagonismo di ragazzi e ragazze alla scoperta del territorio, attraverso la riappropriazione degli spazi urbani e di vita, la costruzione dei legami nella comunità e il rafforzamento delle competenze scientifiche e di cittadinanza.
Di questa esperienza si è parlato il 24 giugno a Roma presso la facoltà di ingegneria de La Sapienza in occasione dell’evento “GENeraZioni capaci di rigenerazione”, dove è stato presentato l’omonimo libro, che racconta metodi e risultati del progetto Lavori in Corso, descrivendo i processi di rigenerazione urbana, efficaci per costruire più opportunità e soluzioni educative.
Lo sport è cura a Roma ovest
L’attività di rigenerazione a Roma nel quartiere di Montespaccato è stata progettata e realizzata con i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Comprensivo Via Cornelia 73: i giovani hanno scelto di dipingere un murale, pensato a partire dai disegni e dalle proposte fatte durante il laboratorio di rigenerazione e realizzato da loro stessi con il supporto dall’artista Sofia Bonelli, che ha fornito loro le nozioni necessarie. La rinascita, il ritorno alla luce dopo le tenebre e la speranza sono stati i temi che i ragazzi hanno deciso di rappresentare.
Sollecitati a individuare un luogo a cui si sentissero particolarmente legati per appartenenza e uso, con preferenza quasi unanime, i giovani hanno espresso il loro convergente parere sul locale Centro sportivo Don Pino Puglisi, oggi affidato all’ASP Asilo Savoia e di recente confiscato alle consorterie criminali del luogo. Scopo di questa Azienda Pubblica di Servizi alla Persona è quello di fare dello sport un veicolo per risollevare ragazze e ragazzi in difficoltà e che hanno abbandonato gli studi, ma, più in generale, di offrire al quartiere uno spazio aperto, curato, accogliente e gratuito. L’ASP Asilo Savoia si è anche dimostrato disponibile a collaborare per progetti futuri.
Lavori in corso a Palermo
I minori, protagonisti delle attività di rigenerazione a Palermo, sono provenienti da due realtà diverse che però coesistono nello stesso territorio: i bambini dell’Istituto Valdese – Casa diaconale La Noce e i bambini e ragazzi della Casa di tutte le genti, un’associazione che gestisce una ludoteca-asilo-doposcuola, nata per fornire sostegno alle famiglie immigrate e non, che si trovano in situazioni di particolare disagio.
La scelta del luogo da rigenerare è su un’area molto significativa per i bambini e i ragazzi della Casa di tutte le genti, ossia Piazzetta Sylvia Rivera, posto in cui si riuniscono abitualmente per giocare e trascorrere del tempo insieme. I laboratori di rigenerazione hanno evidenziato che l’area in questione, nonostante la sua posizione strategica adiacente ai giardini e al Castello della Zisa, mostra numerosi punti di criticità: mobilità poco sicura per la presenza di veicoli a motore, incuria e rifiuti abbandonati anche a causa dell’assenza di cestini e di alcuna manutenzione degli spazi e aree verdi, mancanza di illuminazione notturna che rende l’area pericolosa e soggetta a frequenti atti vandalici. Da qui l’esperienza di “Azziziamo la piazzetta”, nel senso di “sistemiamo”, “aggiustiamo”, “prendiamoci cura” di questo spazio che rimanda però alla necessità di interventi strutturali radicali: si tratta di modifiche che vanno oltre le disponibilità del progetto e su cui i ragazzi hanno chiesto un impegno all’amministrazione: pedonalizzazione dell’area, rimozione del manto bituminoso presente, estensione dell’area verde, fornitura e posa in opera di sistemi illuminanti e di videosorveglianza, installazione di cestini per i rifiuti, pulitura delle due facciate prospicienti e due piccoli playground, che darebbero così la possibilità di fruire della piazza anche per eventi e/o proiezioni all’aperto.
Allo stato attuale le azioni di rigenerazione previste e concordate insieme ai ragazzi sono in attesa di essere avviate, poiché la piazza è stata recentemente interessata da un importante intervento di riqualificazione urbana da parte dell’Amministrazione locale, che dovrebbe ora concedere l’atto autorizzativo. Si tratta comunque di un’indispensabile fase preliminare che, se condotta coerentemente con quanto auspicato durante i laboratori di rigenerazione, consentirà l’effettivo raggiungimento degli obiettivi stabiliti, realizzando dunque il sogno dei bambini e delle bambine di avere una Piazzetta Sylvia Rivera più bella, più pulita e libera da ciò che ne impedisce una piena fruizione.
Nuova indipendenza a Sant’Arpino
A Sant’Arpino le ragazze e i ragazzi dell’I.C. Rocco Cav. Cinquegrana hanno deciso di farsi strada dopo aver analizzato le caratteristiche del proprio territorio e come questo rispondesse ai propri bisogni: hanno fatto emergere la necessità di avere luoghi di socializzazione idonei alla loro età e compreso il fatto che senza l’aiuto dei genitori non possono spostarsi in autonomia e in sicurezza, poiché non sono presenti mezzi di trasporto pubblico. Sin dall’analisi del territorio, prima di capire che tipo di intervento di rigenerazione urbana fare, è emerso il fortissimo legame identitario con due elementi della tradizione locale: primo, la vita e la storia del Santo patrono e secondo, l’antichissima tradizione del Teatro atellano. Da qui la scelta di intervenire nei pressi dell’area archeologica, dove sono state progettate due “porte”, cioè due installazioni che potessero contrassegnare il luogo prescelto. Così queste due installazioni di accesso sono diventate il segno urbano a partire dal quale quello spazio è diventato un luogo, una strada di circa 500 metri chiusa al traffico, che nel corso degli anni era divenuta una discarica a cielo aperto e interdetta al transito, di fatto, anche pedonale.
Dopo i diversi incontri con i ragazzi gli amministratori hanno cominciato a lavorare sulla richiesta di apertura e ciò ha fatto sì che questo progetto venisse inserito nel piano di rifacimento stradale del Comune. Al momento il percorso è sterrato in attesa dei lavori per la realizzazione di una strada ciclo pedonale con aree di sosta, così come hanno progettato i ragazzi che hanno partecipato a tutti gli incontri con gli assessori. Il processo di costruzione dell’idea e della realizzazione di questo intervento di rigenerazione urbana ha portato a una conclusione inaspettata: la creazione di un Laboratorio Urbano Permanente composto al momento anche da under 16, ossia dai ragazzi che hanno partecipato alla formazione che il progetto Lavori in corso ha offerto.
Fare rete a Pisa
L’attività di rigenerazione realizzata con le ragazze e i ragazzi dell’IC Gamerra è stata fatta a Putignano, un quartiere pisano isolato strutturalmente, dove prevale un senso di alienazione e di difficoltà nel fare socialità. Qui l’attivazione del progetto in piena fase pandemica ha però permesso di tenere insieme una tela che andava sfaldandosi, soprattutto per la mancanza di opportunità di conoscenza da parte delle famiglie dell’enorme potenziale aggregativo caratterizzato da ambiti protetti quali gli spazi del circolo Arci, il campo sportivo con la pista di atletica e lo stesso giardino scolastico. Questa consapevolezza ha permesso una maggiore conoscenza oltre che degli spazi, soprattutto dei processi da mettere in atto per poter fruire e creare iniziative di aggregazione.
A Pisa l’esigenza dei ragazzi era quella di avere un luogo in cui ritrovarsi, un tavolo intorno al quale sedersi e passare insieme il proprio tempo, dopo la giornata scolastica. Il luogo scelto è stato quello della piazza XXV Aprile, ribattezzata dai giovani “Cuore di Putignano”. Qui è stato co-progettato un tavolo con sedute da installare in piazza, che rispondesse alle loro esigenze, contenesse una bacheca in cui esporre gli eventi che si svolgono nella città, avesse un cestino e dei fiori. Elementi semplici, ma capaci di allestire e attrezzare uno spazio dove poter passare insieme il tempo libero.
Guizzi d’arte a Tolentino
Il lavoro, fatto dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo Lucatelli, è stato intenso e partecipato. I giovani hanno lasciato la loro impronta rigenerativa attraverso la riqualificazione di un sottopasso degradato e la trasformazione di un cubo di cemento adiacente ai bagni pubblici, in una vera e propria opera d’arte, raffigurante la notte stellata di Van Gogh. Qui i giovani hanno dipinto anche gli elementi più significativi, da un punto di vista sociale e culturale, degli spazi della città. Il percorso non è stato privo di difficoltà. Infatti, purtroppo il Comune non ha autorizzato l’intervento di rigenerazione di bassissimo impatto materiale, ma educativamente molto significativo, per collegare due aree “slegate” della città e consentire una mobilità in maggiore sicurezza per i minori, i cittadini e i visitatori. I ragazzi, infatti, hanno voluto mettere in correlazione concettuale un elemento naturale come la fascia fluviale del Chienti con il ponte che lo attraversa – e che attraversa la stessa storia dell’insediamento urbano di Tolentino con la sua leggenda del Diavolo e del cane – e con il centro civico della città, in un ideale percorso dalle radici del passato al futuro della ricostruzione post-sismica.
Un collegamento ideale che però i ragazzi hanno voluto fosse anche fisico e protetto per favorirne la percorribilità. Nei laboratori di coprogettazione i giovani hanno discusso delle modalità della sua messa in sicurezza e delle possibili scelte progettuali, valutando comparativamente l’impatto delle protezioni scelte sulle ragioni della tutela di un bene soggetto alla disciplina vincolistica (il Ponte del Diavolo) e su quelle della sicurezza pedonale. Un lascito comunque progettuale che le giovani generazioni consegnano a questa e alle prossime amministrazioni, con tanto di dettaglio di tipologie di interventi che prevedono anche l’auspicata apertura di un centro di aggregazione giovanile.
L’evento conclusivo all’Università Sapienza è stato di ricco di interventi e ospiti: Stefano Ciafani – Presidente di Legambiente, Vanessa Pallucchi – Vicepresidente di Legambiente, Nicola Corona – Project Manager di Legambiente, Carlo Patrizio – Dicea Sapienza Università di Roma, Elsa Fulgenzi – Anpas Lazio, Marilea Laviola – EuroUSC, Gabriele Levi – Disamis, Alessandro Martina – Coordinatore di attività istituzionali di Con i Bambini e referente del progetto, Daniela D’Alessandro – DICEA Sapienza Università di Roma, Rubina Pinto – Coordinamento nazionale giovani di Legambiente. Presenti anche Laura Baldassarre – Responsabile Advocacy Istituzionale UNICEF Italia e Giulio Cederna – Direttore generale della Fondazione Paolo Bulgari, realtà che hanno lavorato ampiamente per combattere la povertà educativa in contesti urbani periferici.