Nella periferia nord-est di Roma, nel quartiere di Case Rosse , sorge un piccolo gioiello di spiritualità e tradizione: il presepe della Parrocchia di Sant’Alessio, situato in Via Valle Castellana 4 . Questo presepe, voluto e realizzato con passione dal parroco Don Gianpiero Casolaro insieme alla dedizione dei suoi parrocchiani, si distingue per la capacità di unire suoni, luci e immagini in un’opera che trasmette la vera essenza del Natale .
La natività rappresentata non è una semplice ricostruzione statica, ma un’esperienza immersiva che avvolge lo spettatore. Entrando nella parrocchia e avvicinandosi a questa rappresentazione, si viene accolti da un’atmosfera calda e avvolgente . I giochi di luce ricreano il ritmo del giorno e della notte, mentre melodie dolci e canti natalizi diffondono un ritmo che invita alla riflessione e alla preghiera. È la semplicità di questa creazione che riesce a emozionare profondamente.
Un viaggio nella tradizione: l’arte del presepe
Il presepe, nato dalla tradizione iniziata da San Francesco d’Assisi nel 1223, continua a essere simbolo della nascita di Gesù e della speranza che Egli porta al mondo. Nella periferia di una città come Roma, spesso frenetica e lontana dai ritmi contemplativi, questa rappresentazione assume un valore ancora più significativo.
Don Gianpiero Casolaro e la comunità di Sant’Alessio hanno voluto riproporre il primo Natale con uno sguardo colmo di cura e realismo: le figure degli artigiani, i pastori, i dettagli dei paesaggi e degli animali contribuiscono a trasmettere la sensazione di essere presenti nella notte santa di Betlemme . La scena centrale, con la Sacra Famiglia nella grotta illuminata da una luce soffusa, diventa il cuore pulsante di tutto il presepe. Gli angeli vegliano silenziosi, mentre la stella cometa guida i visitatori verso un percorso di fede e di speranza.
La magia del video: luci, suoni ed emozioni
Osservando il video, è possibile cogliere l’anima di questa opera collettiva. Il primo elemento che colpisce è l’uso sapiente delle luci , che accompagna lo spettatore in un’alternarsi di toni caldi e freddi. Le luci non si limitano a illuminare la scena, ma raccontano un ciclo temporale : dalla notte stellata che avvolge la grotta alla luce del mattino che sembra annunciare l’arrivo del Salvatore.
I suoni, anch’essi protagonisti di questa esperienza, trasmettono un senso di ritmo. Il rumore del vento, il belato delle pecore, il lieve fruscio delle foglie si intrecciano con le dolci note di canti natalizi, creando un paesaggio sonoro che invita al silenzio interiore e alla contemplazione. La voce dei pastori sembra ancora risuonare nella notte, mentre il silenzio sacro della grotta riempie l’aria di un’emozione palpabile.
Le figure animate, curate nei dettagli, aggiungono un realismo che permette ai visitatori di immergersi totalmente nella scena. I piccoli gesti dei personaggi – un pastore che guarda la stella, un artigiano che si ferma per contemplare la grotta – riflettono la stessa meraviglia che lo spettatore può provare guardando questo presepe.
Un segno di speranza verso il Giubileo 2025
Il presepe della Parrocchia di Sant’Alessio è molto più di una rappresentazione artistica: è un’esperienza spirituale e sensoriale che parla direttamente al cuore di chi lo osserva. Nel silenzio della grotta, nella luce delicata che avvolge la scena e nei suoni che sembrano riportarci alla notte di Betlemme, è possibile ritrovare la vera essenza del Natale .
Per chiunque si trovi a Roma, una visita al presepe di Via Valle Castellana 4 è un’occasione per fermarsi, riscoprire la bellezza della tradizione e prepararsi al cammino verso il Giubileo 2025 . È un invito a lasciarsi stupire dalla semplicità e dalla meraviglia, a vivere il Natale con occhi nuovi e con il cuore aperto alla speranza.
La magia del primo Natale rivive qui, nella periferia di Roma, in un presepe che saprà emozionare e ispirare tutti coloro che vorranno varcare la soglia della Parrocchia di Sant’Alessio.
Avete sempre sbagliato a fare il presepe: ecco come posizionare Maria e Giuseppe al fianco di Gesù
Secondo le ricerche dei consulenti scientifici dei musei dei presepi, sin dal Medioevo ogni figura della Natività ha un posto ben preciso. Al centro del presepe, come simbolo della nascita e della speranza, va posizionato il bambin Gesù. Il dorso del bambino deve restare libero, senza persone o animali alle spalle.
Maria si colloca alla destra di Gesù (a sinistra per chi osserva), inginocchiata o seduta, con il bue accanto a lei, simbolo del popolo di Israele. I pastori e le pecore arrivano dallo stesso lato, rappresentando i credenti che offrono doni. Giuseppe, invece, va posizionato a sinistra del bambino (a destra per lo spettatore), accanto all’asino, che simboleggia i pagani. Sullo stesso lato compaiono i Re Magi, figure di sapienza e universalità. Essi incarnano i tre continenti conosciuti all’epoca e le fasi della vita umana: giovinezza, maturità e vecchiaia.
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