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Bar, titolare espone un cartello di pratica scorretta: “Non vi restituiremo i vostri soldi”
La segnalazione: il titolare di un bar ha esposto un cartello in cui comunica ai clienti una notizia poco trasparente. L’esperto di tutela dei consumatori, Max Dona, spiega perché si tratta di una pratica scorretta
“Ieri sono stato in una sala giochi per giocare a calcio balilla con degli amici. Sul calcetto in questione, l’esercente ha posto una scritta che comunica che, nel caso di malfunzionamento del meccanismo per l’inserimento della moneta, non è possibile avere il risarcimento di quest’ ultima. Si può fare?”. Questa la domanda posta da un cittadino a Max Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che dai suoi profili social insegna la categoria che difende ad aprire gli occhi dinanzi a tante pratiche scorrette diffuse nel mondo del commercio. Questa segnalatagli da un cliente è proprio il classico esempio di clausola vessatoria.
Titolare di un bar espone un cartello sul calcio balilla: “Non vi restituiamo i soldi persi”
Esporre, infatti, un cartello che dice che in caso di problemi, i soldi non verranno restituiti non esime il titolare dal prendersi le sue responsabilità. “In questo caso, averlo scritto non consente all’esercente di fare come gli pare”, specifica Dona. Che spiega come questo sia “il classico esonero di responsabilità, che è una clausola vessatoria. Quindi se si rompe qualcosa, date la prova all’esercente, che vi dovrà ridare il gettone”.
Andiamo un po’ più nello specifico: quando un cliente utilizza un servizio a pagamento, come il calcio balilla a moneta, si instaura un contratto implicito tra il cliente e l’esercente. In base a questo contratto, il cliente paga per un servizio (la possibilità di giocare) e l’esercente ha l’obbligo di garantire che il servizio funzioni come pattuito.
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Ma se il servizio non funziona (ad esempio, il meccanismo per l’inserimento della moneta non eroga il gioco), l’esercente è generalmente tenuto a risarcire o rimediare al problema. A meno che non dimostri che il disservizio è dovuto a una causa di forza maggiore o ad altra ragione non imputabile a lui.
Il diritto del cliente
Dunque, la scritta sull’apparecchio sembra una clausola volta a escludere la responsabilità dell’esercente in caso di malfunzionamento. Tuttavia, in base alla normativa italiana, le clausole che limitano o escludono il diritto al risarcimento potrebbero essere considerate vessatorie ai sensi del Codice del Consumo (art. 33 e seguenti del D.lgs. 206/2005). Le clausole vessatorie sono nulle, salvo specifica accettazione scritta da parte del consumatore, cosa che qui chiaramente non avviene.
Inoltre, l’esercente non può sottrarsi agli obblighi derivanti dalla fornitura di un servizio, soprattutto se il cliente ha già effettuato il pagamento.
Se il malfunzionamento è provato, quindi, il cliente ha diritto a essere rimborsato dell’importo pagato, o a ottenere un equivalente (ad esempio, un credito per giocare nuovamente). Non riconoscere questo diritto potrebbe rappresentare una violazione delle norme sui contratti e sul consumo.
Bar, titolare espone un cartello di pratica scorretta: “Non vi restituiremo i vostri soldi”
Rita Sparano