Uno studio ha rivelato che gli gli animali di grandi dimensioni sono impossibilitati ad attraversare il confine, un rischio per la loro sopravvivenza
Il muro che separa gli Usa e il Messico ha effetti negativi sulla fauna selvatica. Lo rivela uno studio pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution condotto dalle organizzazioni Wildlands Network e Sky Island Alliance, che ha analizzato i movimenti di 20 specie riprese da 36 telecamere installate lungo i 160 km del confine in Arizona, evidenziando una drastica riduzione degli attraversamenti da parte degli animali.
Gli attraversamenti della fauna selvatica sono diminuiti dell’86%, mentre quelli che interessano gli animali di grandi dimensioni come orsi, antilocapre e giaguari, hanno visto una diminuzione del 100%, evidenziando che il muro è un ostacolo insormontabile non soltanto per le persone. L’isolamento di queste popolazioni animali riduce il flusso genetico e aumenta il rischio di estinzione locale. Tra le specie più minacciate troviamo il giaguaro, l’ocelot e il lupo messicano, animali già in pericolo di estinzione che vedono ulteriormente ridotta la loro possibilità di dispersione e riproduzione. E non è finita qui, con il secondo mandato di Donald Trump, scienziati e ambientalisti temono che una nuova fase di costruzione potrebbe aggravare una situazione già delicata.
“È un disastro per la fauna selvatica di confine” – ha dichiarato Margaret Wilder, geografa ambientale e ambientalista ed ecologa politica presso l’Università dell’Arizona al Guardian – dopo molti decenni di cooperazione binazionale tra Stati Uniti e Messico per proteggere questa fragile e ricca di biodiversità. Non credo che gli americani si rendano conto di cosa è in gioco”.
Oltre a frammentare gli ecosistemi terrestri, il muro Usa – Messico sta causando gravi danni anche alle risorse idriche locali. Nelle zone desertiche dell’Arizona, ad esempio, la barriera ha contribuito al prosciugamento di ecosistemi vitali, mettendo in pericolo specie endemiche come il pesce Río Yaqui e la rana leopardo Chiricahua. Inoltre, attraversa aree protette come il Big Bend National Park in Texas e il Lower Rio Grande Valley National Wildlife Refuge, compromettendo luoghi fondamentali per la conservazione della fauna selvatica.
Passaggi faunistici
Per mitigare l’impatto ambientale, in alcune aree sono state realizzate aperture nella barriera per permettere il passaggio degli animali. Tuttavia, risultano inefficaci per gli animali di grandi dimensioni e il loro numero è ancora insufficiente: in un tratto di 112 chilometri se ne contano solo 13. Altri interventi, come la creazione di quattro grandi passaggi per la fauna in New Mexico, hanno dimostrato di essere soluzioni efficaci senza compromettere la sicurezza del confine.
Per gli esperti ciò non basta, in un contesto già minacciato dai cambiamenti climatici, è necessario adottare soluzioni efficaci che possano consentire agli animali di spostarsi liberamente e preservare la biodiversità dell’area.