
Lo rivela l’annuale rapporto IQAir: nel 2024 solo 7 Paesi sono sotto il valore medio di 5 μg/m3 per il Pm2,5. I più inquinati sono: Ciad, Bangladesh, Pakistan, RD Congo e India
Solo il 17% delle città del mondo soddisfa le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità sull’inquinamento atmosferico. Lo rivela il settimo rapporto di IQAir sulla qualità dell’aria, che evidenzia le tendenze allarmanti dei Paesi delle regioni più inquinati nell’anno 2024 grazie a più di 40mila stazioni di monitoraggio situate in circa 9mila località in 138 Paesi del mondo.
Secondo il rapporto, scaricabile sul sito di IQAir, solo sette Paesi hanno rispettato le linea guida dell’Oms per il PM2,5, che deve attestarsi a un valore medio annuo di 5 μg/m3: sono Australia, Bahamas, Barbados, Estonia, Grenada, Islanda e Nuova Zelanda. Mentre in totale sono 126 (cioè il 91,3% dei 138 Paesi monitorati) quelli che hanno superato il valore raccomandato dall’Oms.
Gli esperti della compagnia svizzera rendono noto che negli ultimi 12 mesi si sono registrati progressi importanti nel monitoraggio della qualità dell’aria in vari Paesi. Tuttavia, esistono ancora lacune nei sistemi di regolamentazione gestiti dai governi in molte parti del mondo, ma è importante sottolineare che i monitor della qualità dell’aria anche a basso costo – utilizzati da cittadini scienziati, ricercatori, sostenitori della comunità e organizzazioni locali – si sono dimostrati strumenti efficaci a migliorare la disponibilità di dati a livello globale.

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“L’inquinamento atmosferico rimane una minaccia critica per la salute umana e la stabilità ambientale, ma intere popolazioni non sono consapevoli della loro esposizione”, ha dichiarato Frank Hammes, Global CEO di IQAir. “I dati sulla qualità dell’aria salvano le vite. Creano la consapevolezza necessaria, informano le decisioni politiche, orientano gli interventi di salute pubblica e danno alle comunità la possibilità di agire per ridurre l’inquinamento atmosferico e proteggere le generazioni future”.
Tornando ai risultati dell’ultimo rapporto, Byrnihat, in India, è stata l’area metropolitana più inquinata del 2024, con una concentrazione media annuale di PM2,5 di 128,2 μg/m3. Un dato interessante è che la regione dell’Asia centrale e meridionale ospita le prime sette città più inquinate del mondo, con l’India sul podio, dove si collocano sei delle nove città più inquinate. Nell’area occidentale invece, le città statunitensi più inquinate sono risultate Los Angeles e Ontario, in California, mentre Seattle, a Washington, è stata la città più pulita degli Stati Uniti.
In Africa, la scarsità di dati di monitoraggio della qualità dell’aria in tempo reale e accessibili al pubblico è così grave che c’è solo una stazione di monitoraggio ogni 3,7 milioni di persone. Gli incendi nella foresta amazzonica hanno colpito vaste aree dell’America Latina nel 2024, con livelli di PM2,5 che negli stati di Rondônia e Acre sono quadruplicati a settembre.
La regione più pulita del mondo si conferma l’Oceania, con il 57% delle città che soddisfano il valore guida annuale dell’OMS per il PM2,5.
I cinque Paesi più inquinati nel 2024 sono stati:
Ciad (91,8 μg/m3) più di 18 volte superiore alla linea guida annuale dell’OMS per il PM2,5;
Bangladesh (78,0 μg/m3) più di 15 volte superiore alla linea guida annuale dell’OMS per il PM2,5;
Pakistan (73,7 μg/m3) più di 14 volte superiore alla linea guida annuale dell’OMS per il PM2,5;
Repubblica Democratica del Congo (58,2 μg/m3) più di 11 volte superiore alla linea guida annuale dell’OMS per il PM2,5;
India (50,6 μg/m3) più di 10 volte superiore alla linea guida annuale dell’OMS per il PM2,5.
“Il rapporto sulla qualità dell’aria, che raccoglie le misurazioni dell’inquinamento atmosferico di tutto il mondo, dovrebbe essere un appello per un impegno internazionale urgente e concertato per ridurre le emissioni inquinanti”, afferma Aidan Farrow, scienziato senior sulla qualità dell’aria di Greenpeace International. “Evidenziando il rischio sproporzionato che l’inquinamento dell’aria rappresenta per i giovani, il rapporto ci ricorda che l’incapacità di agire oggi si ripercuoterà sulle generazioni future, mentre i frequenti riferimenti alle attività umane, come la combustione del carbone e la deforestazione, ci ricordano che la qualità dell’aria, i cambiamenti climatici e il mondo che sarà ereditato dai nostri figli sono inestricabilmente legati”.
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