
Dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 3 della legge regionale n. 5 2024 che bloccava per 18 mesi la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili
L’11 marzo la Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimo la moratoria della giunta regionale della Sardegna che bloccava per 18 mesi la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. La moratoria era stata introdotta in attesa dell’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee, arrivata lo scorso 5 dicembre e in base alla quale è stata stabilita l’inidoneità a ospitare nuovi impianti per circa il 99% del territorio sardo.
A essere dichiarato costituzionalmente illegittimo è l’articolo 3 della legge regionale n. 5 2024, giudicato dalla Corte costituzionale in contrasto con i principi costituzionali e con la normativa statale ed europea in materia di energia rinnovabile e decarbonizzazione. In pratica, sintetizza La Nuova Sardegna, la moratoria approvata dalla Regione Sardegna è illegittima in quanto in contrasto con il principio di massima diffusione delle rinnovabili sancito dalla normativa Ue.
Ora i riflettori sono puntati sulla legge regionale sarda sull’individuazione delle aree idonee che è stata già impugnata dal Governo poiché considerata un ostacolo agli obiettivi nazionali ed europei di transizione energetica, violando il decreto legislativo n. 199 del 2021 che recepisce la direttiva Ue sulle rinnovabili.