
I dati di Nomisma e FederBio rivelano una crescita del 25,4% nel quinquennio 2018 – 2023 della superficie agricola utilizzata per il biologico in Italia, con le vendite che superano i 6,5 miliardi di euro nel mercato interno e 3,9 miliardi nell’export
In occasione di SANA Food 2025, l’evento di riferimento per il settore agroalimentare green tenutosi a BolognaFiere lo scorso febbraio, sono stati diffusi i dati relativi alla crescita del biologico in Italia. Tra i principali risultati emersi, spicca il raggiungimento dell’19,8% della superficie agricola utilizzata (SAU) destinata al biologico, una quota che posiziona l’Italia al vertice della classifica europea, con la percentuale più alta nell’Unione. Durante l’evento, esperti del settore, operatori e istituzioni hanno discusso le principali tendenze del mercato, analizzando i risultati dell’Osservatorio SANA, curato da Nomisma in collaborazione con FederBio e AssoBio. I numeri presentati confermano un’espansione significativa delle vendite di prodotti biologici sia sul mercato nazionale che su quello internazionale, segno di un crescente interesse da parte dei consumatori per un modello alimentare più sano e sostenibile.
Nel 2024, le vendite di prodotti biologici sul mercato interno hanno superato i 6,5 miliardi di euro, con una crescita del 5,7% rispetto all’anno precedente, mentre l’export agroalimentare biologico ha raggiunto i 3,9 miliardi di euro, con un incremento del 7%. In particolare, il binomio Bio-Made in Italy continua a consolidarsi sui mercati esteri, con l’Italia che si conferma uno dei principali produttori di biologico di alta qualità. La crescita non riguarda solo il mercato, ma anche il canale specializzato bio, che ha superato il miliardo di euro, registrando un incremento del 9%.
Questi dati sono la conferma di una domanda sempre più forte da parte dei consumatori per alimenti biologici e sostenibili. Tuttavia, emergono anche importanti questioni sul futuro del settore, in particolare per quanto riguarda le politiche agricole e alimentari italiane ed europee, che dovrebbero orientarsi sempre più verso un’agricoltura che rispetti l’ambiente e promuova la salute dei consumatori. In tale contesto, è fondamentale un impegno da parte delle istituzioni per promuovere la diffusione del biologico, supportando le aziende agricole attraverso incentivi e politiche che favoriscano l’adozione di pratiche sostenibili.
Riferimento su cui riflettere è quello relativo alla flessione dell’e-commerce, che ha visto una contrazione dello 0,4%, segnalando la necessità di nuove strategie per rendere il mercato online più attrattivo e accessibile. Ma è sul piano della ristorazione, in particolare quella collettiva e scolastica, che si giocano le sfide più urgenti e decisive per il futuro del biologico.
Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, ha spiegato: “I dati che emergono da questo studio sono incoraggianti, ma non possiamo permetterci di limitare la discussione a una mera analisi quantitativa. L’industria del biologico in Italia è in continua espansione, ma questa crescita deve andare di pari passo con l’adozione di politiche concrete che favoriscano una vera e propria transizione agroecologica. Le scelte alimentari non devono essere lasciate al libero arbitrio del consumatore, ma devono essere supportate da politiche pubbliche che rendano il biologico una scelta facile, accessibile e sostenibile per tutti.”
Una delle aree in cui l’Italia potrebbe fare enormi progressi è proprio la ristorazione scolastica. Sebbene la maggior parte delle famiglie italiane ritenga fondamentale una dieta sana per i propri figli, oltre la metà dei genitori non è informata sulla presenza di prodotti biologici nei pasti scolastici. Questo rappresenta una lacuna che, se colmata, potrebbe avere un impatto significativo non solo sulla salute dei bambini, ma anche sulla cultura alimentare del futuro. L’integrazione di prodotti biologici nelle mense scolastiche, infatti, potrebbe diventare un primo passo fondamentale per formare una nuova generazione di consumatori consapevoli. Come osserva Gentili: “Per rendere il biologico una pratica quotidiana sulle tavole degli italiani, è essenziale partire dalla scuola. La sensibilizzazione verso il consumo di prodotti biologici deve essere rafforzata e questo cambiamento può realizzarsi solo tramite una revisione della gestione delle mense scolastiche. Anche nelle mense universitarie e ospedaliere possiamo, infatti, individuare un importante canale per favorire l’impiego di prodotti biologici, rendendoli così più accessibili alle categorie più vulnerabili e sensibili.”
Un altro aspetto cruciale riguarda l’esigenza di un impegno più deciso da parte delle politiche pubbliche per non solo incentivare la produzione biologica, ma anche favorire il trasferimento delle buone pratiche adottate nel biologico alle filiere convenzionali. È fondamentale promuovere la protezione della biodiversità, ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici e aumentare l’adozione di pratiche agricole sostenibili. “Il nostro obiettivo”, continua Gentili, “è far sì che il biologico non sia solo una nicchia di mercato, ma un modello agricolo in grado di rispondere alle sfide della crisi climatica e della perdita di biodiversità.”
I dati presentati dall’Osservatorio SANA mostrano chiaramente che i consumatori sono sempre più orientati verso prodotti che garantiscano salute, qualità e rispetto per l’ambiente. L’attenzione all’origine dei prodotti e la crescente preferenza per confezioni sostenibili sono segnali chiari che indicano una maggiore consapevolezza dei consumatori. Ma, come sottolineato da Legambiente, la transizione verso un modello di consumo davvero sostenibile richiede una visione a lungo termine e un impegno serio da parte di tutti gli attori coinvolti, dai produttori ai distributori, fino ai consumatori stessi.
La strada da percorrere è ancora lunga, ma i dati presentati sono la dimostrazione che, se sostenuti da politiche adeguate e da un cambiamento culturale profondo, i prodotti biologici possono diventare la norma e non l’eccezione. Il biologico non è solo una moda, ma una necessità per il nostro futuro, in grado di coniugare salute, ambiente e sviluppo sostenibile. E proprio su questa direzione, Legambiente continuerà a lavorare, con l’obiettivo di rendere il biologico una vera e propria pietra angolare di un modello agroalimentare che guardi con serietà e responsabilità alle sfide globali del nostro tempo.