“Gli italiani mangiano sempre meno fuori casa. Alla base del calo la riduzione dei salari e l’inflazione”

Nel 2024, i consumi alimentari fuori casa in Italia hanno toccato quota 85 miliardi di euro, secondo un’analisi di The European House – Ambrosetti diffusa durante la 9ª edizione del Forum Food&Beverage di Bormio. Un dato in calo rispetto al periodo pre-Covid (87 miliardi nel 2018 e 88 nel 2019), condizionato dalla pressione inflattiva e dalla ridotta capacità di spesa delle famiglie. Negli ultimi dieci anni, la spesa complessiva per il cibo – dentro e fuori casa – è rimasta stabile. Nel 2023, ogni famiglia ha speso in media 3.264 euro per mangiare fuori, tornando ai livelli del 2015. “Alla base di questa stagnazione – spiega Valerio De Molli, CEO e Managing Partner di Teha – c’è una dinamica che distingue l’Italia da tutti gli altri Paesi Ocse: è l’unico Paese dove i salari reali medi sono diminuiti dal 2000, con una variazione annua negativa dello 0,2%, mentre la media Ocse registra un aumento dello 0,7%”. Il 78,5% degli italiani continua a preferire ristoranti tradizionali e regionali e il 67,2% prevede di frequentarli di più. Tuttavia, oltre il 90% dichiara di cucinare più spesso in casa, anche per motivi di qualità. “La ripresa dei consumi interni – afferma Benedetta Bioschi, partner Teha – rappresenta una condizione fondamentale per il rilancio economico complessivo”.

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