
L’allarme lanciato dal think tank olandese Circle economy nell’ultimo report: nonostante l’aumento nel volume di materiali riciclati, l’uso di materie prime vergini è cresciuto ancora più rapidamente e il sistema di riciclo non riesce a stare al passo
L’ultimo rapporto del think tank olandese Circle Economy, pubblicato a maggio 2025, lancia un campanello d’allarme sul riciclo: le percentuali di riciclo nel mondo diminuiscono da otto anni consecutivi. Oggi, appena il 6,9% dei 106 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati ogni anno proviene da fonti riciclate, un calo di ben 2,2 punti percentuali dal 2015.
Nonostante l’aumento nel volume di materiali riciclati (+200 milioni di tonnellate fra il 2018 e il 2021) l’uso di materie prime vergini è cresciuto ancora più rapidamente e il sistema di riciclo non riesce a stare al passo con la crescita economica e l’aumento dei consumi. Anche nell’ipotesi più ottimistica, ossia se riuscissimo a riciclare tutto ciò che è tecnicamente riciclabile, la percentuale di materie riutilizzate si attesterebbe al massimo al 25%. Un dato che dimostra ancora una volta quanto l’attuale modello di consumo sia insostenibile.
L’estrazione globale di materie prime si è triplicata negli ultimi 50 anni, superando le 100 miliardi di tonnellate all’anno e, se non si interviene per invertire la rotta, rischia di aumentare del 60% entro il 2060. Mentre, a livello individuale, il consumo pro capite mondiale è passato da 8,4 tonnellate nel 1970 a 12,2 tonnellate nel 2020. Si tratta ovviamente di una crescita non distribuita equamente: nei Paesi ad alto reddito, il consumo medio è di 24 tonnellate a testa, contro 4 in quelli a basso reddito. Un dato che pesa sul pianeta e accentua le disuguaglianze.
Secondo Ivonne Bojoh, CEO di Circle Economy «anche nel mondo ideale, non possiamo risolvere la triplice crisi planetaria con il solo riciclo. Il cambiamento sistemico richiede una trasformazione radicale». Significa recuperare risorse all’interno delle infrastrutture, gestire la biomassa in modo sostenibile, non buttare materiali ancora validi e ripensare al ciclo di produzione e consumo.
Il rapporto suggerisce l’introduzione di obiettivi globali per l’economia circolare, volti a ridurre non solo la quantità di rifiuti ma anche la domanda di risorse ed energia. Inoltre, propone la creazione di un’International Materials Agency (sul modello dell’Agenzia Internazionale dell’Energia) per misurare, monitorare e guidare l’uso sostenibile delle risorse a livello mondiale. Da cittadini possiamo fare la nostra parte riducendo i consumi e acquistando in maniera più consapevole, scegliendo aziende che utilizzano materiali riciclati, offrono riparabilità e prodotti rigenerativi. Possiamo, anzi dobbiamo, spingere su politiche pubbliche a sostegno dell’economia circolare.
Migliorare le percentuali di riciclo non basta. Serve una rivoluzione sistemica che affronti la radice del problema e apra la strada a un modello economico realmente circolare. L’istituzione di un soggetto normativo globale, una governance forte e una politica del consumo responsabile sono passi fondamentali in questa direzione.