
Le piogge di maggio hanno migliorato la situazione ma non sopperiscono ai deficit accumulati in due anni. Nazioni Unite: “Il mondo ha bisogno di 1 miliardo di dollari al giorno per combattere desertificazione e siccità tra il 2025 e il 2030”
Il 17 giugno si celebra la Giornata contro la desertificazione e la siccità, voluta dalle Nazioni Unite nel 1994. Il focus di quest’edizione 2025 è “Accelerare le azioni per ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terreni degradati in tutto il mondo e dare impulso a un’economia di ripristino del territorio da mille miliardi di dollari”.
Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD), ha dichiarato: “Il degrado del suolo e la siccità sono fattori di grave disturbo per la nostra economia, la stabilità, la produzione alimentare, l’acqua e la qualità della vita. Amplificano i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, la povertà, le migrazioni forzate e i conflitti per l’accesso alla terra fertile e all’acqua. Il ripristino della terra è un’opportunità per invertire la rotta di queste tendenze allarmanti. Una terra ripristinata è una terra di infinite opportunità. È ora di sbloccarle”.
Il claim di quest’anno infatti è proprio “Ripristinare il territorio. Sbloccare le opportunità”, scelto per sottolineare i molteplici benefici legati al ripristino del territorio.
Una terra sana è alla base di economie fiorenti: oltre la metà del PIL mondiale dipende dalla natura. Eppure stiamo esaurendo questo capitale naturale a un ritmo allarmante: circa 1 milione di km2 di terre sane e produttive, equivalenti alle dimensioni dell’Egitto, si degradano ogni anno. E la Giornata è anche un’occasione per fare il punto sulla situazione italiana, dopo alcuni anni tragici dal punto di vista della disponibilità idrica.
La situazione italiana
Secondo i dati Copernicus, a livello globale questo è stato il secondo Maggio più caldo registrato dal 1979, rispetto al periodo di riferimento 1991-2020, mentre a livello europeo le temperature, che sono sempre molto più variabili, sono rimaste intorno alla media (-0.3°C). L’analisi sul trimestre primaverile evidenzia una concomitanza di piogge sotto la media nelle regioni centro-settentrionali europee, temperature sopra la media ovunque tranne che sulla penisola iberica e scarsa umidità dell’aria fra Europa centrale e orientale. Questi tre fattori stanno determinando condizioni di siccità che stanno influenzando le portate della maggior parte dei fiumi europei (eccetto i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo centro-occidentale). In media, a livello continentale questa è stata la primavera con i valori più bassi di portata. Inoltre, anche sul lungo periodo molti Paesi sono interessati da siccità severo-estrema, con una percentuale più alta sul settore orientale europeo e su Gran Bretagna e Irlanda. Per quanto riguarda gli invasi, i volumi a Maggio 2025 erano fra il 30% e il 50% rispetto al totale di regolazione in Sicilia, Basilicata e Capitanata in Puglia mentre in Sardegna il valore medio si mantiene intorno al 60%.
Prendendo in esame l’indice SPI (Standardized Precipitation Index), l’Osservatorio Siccità del Cnr – Ibe indica che a maggio le piogge sono state in media o addirittura superiori alla norma non solo al nord e su alcune regioni adriatiche, ma anche e soprattutto in Sicilia e Calabria. A livello stagionale questa primavera si è rivelata piuttosto umida al centro-nord, ma aree sparse fra Calabria, Campania e Puglia settentrionale mostrano siccità da lieve a estrema. Siccità che si fa più estesa ed evidente sul medio e soprattutto lungo periodo (12 e 24 mesi), a dimostrare che le piogge di qualche mese non sono ancora sufficienti a colmare i deficit accumulati da oltre 2 anni.
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Il valore della Giornata contro desertificazione e siccità nel mondo
Gli obiettivi della Giornata della Desertificazione e della Siccità promulgata dalle Nazioni Unite quest’anno sono:
- Promuovere la consapevolezza pubblica sui problemi legati alla desertificazione, al degrado del territorio e alla siccità;
- Presentare soluzioni guidate dall’uomo per prevenire la desertificazione e invertire l’intensificarsi della siccità;
- Rafforzare l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione.
Secondo le Nazioni Unite, “il degrado del suolo e la siccità sono gravi fattori che influenzano l’economia, la produzione alimentare, la disponibilità di acqua e la qualità della vita. Amplificano il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la povertà, le migrazioni forzate e i conflitti per l’accesso a terreni fertili e all’acqua. Il ripristino del suolo rappresenta un’opportunità per invertire la rotta di queste tendenze allarmanti”.
Mentre il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino degli Ecosistemi 2021-2030 è arrivato a metà percorso, dobbiamo accelerare gli sforzi per invertire la tendenza al degrado del suolo pensando a un ripristino su larga scala. Se le tendenze attuali continueranno, dovremo ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terreno entro il 2030 per raggiungere un mondo neutrale in termini di degrado del suolo. Ad oggi, è previsto il ripristino di un miliardo di ettari di terreno degradato attraverso impegni volontari, come la Global Land Restoration Initiative del G20, ospitata dall’UNCCD. Ridare vita alla terra produce molteplici benefici per le persone e la natura. Ogni dollaro investito nel ripristino dei terreni degradati comporta un ritorno economico compreso tra 7 e 30 dollari. Tuttavia, nonostante i forti investimenti, il ripristino dei terreni non avviene alla scala e al ritmo che sono così urgentemente necessari.
Secondo l’ultima valutazione del fabbisogno finanziario effettuata dal Meccanismo globale dell’UNCCD, il mondo ha bisogno di 1 miliardo di dollari al giorno per combattere la desertificazione, il degrado del territorio e la siccità tra il 2025 e il 2030. Gli attuali investimenti per il ripristino dei terreni e la resilienza alla siccità ammontano a 66 miliardi di dollari l’anno, con il settore privato che contribuisce solo per il 6%.