Adolescence: cos’è la Manosfera, chi sono gli Incel e i fenomeni sociali raccontati nella serie

La serie Adolescence, attualmente tra le più popolari su Netflix, sta facendo emergere una realtà forse ancora poco conosciuta ma molto attuale, quella della Manosfera e della sottocultura Incel. La serie mette in primo piano temi come misoginia, bullismo e radicalizzazione online, costringendo il pubblico a confrontarsi con fenomeni sociali spesso ignorati o minimizzati.

Il modo in cui la serie intreccia queste tematiche con la vita quotidiana degli adolescenti fa riflettere. Con una regia che segue un unico piano sequenza, Adolescence ci immerge in un mondo dove i confini tra la realtà virtuale e quella reale si confondono, mostrando come il linguaggio e i simboli digitali possano avere un impatto profondo sulla formazione dell’identità e sulle relazioni interpersonali. Le parole, le emoji e i codici segreti usati nelle comunità online, come la manosfera e i gruppi Incel, non sono semplici espressioni di un’ideologia, ma veri e propri strumenti che plasmano il comportamento e i pensieri dei giovani.

Attraverso il racconto dei un adolescente accusato di omicidio, la serie porta alla luce un universo virtuale pericoloso, in cui il risentimento e l’odio verso le donne trovano terreno fertile. Il regista Philip Barantini ha scelto di trattare tematiche universali, mettendo in scena una storia che esplora i lati più oscuri dell’adolescenza e della società digitale contemporanea.

Tra i concetti chiave che emergono c’è proprio quello di Manosfera, un termine ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ma che descrive una realtà ben radicata nel web.

Cos’è la Manosfera

una scena della serie tv Adolescence
Cos’è la Manosfera (blitzquotidiano.it) foto ANSA

Il termine manosfera si riferisce a un insieme di forum, gruppi e comunità online in cui si promuovono idee misogine, sessiste e antifemministe. È un ambiente virtuale che alimenta il risentimento verso le donne e la convinzione che gli uomini siano vittime di discriminazioni sociali.

All’interno della manosfera si distinguono diversi gruppi, ciascuno con le proprie ideologie:

Men’s Rights Activists (MRA): sostengono che gli uomini siano penalizzati rispetto alle donne e si oppongono al femminismo.

Men Going Their Own Way (MGTOW): rifiutano ogni tipo di relazione con le donne, considerate un pericolo per il benessere maschile.

Pickup Artist (PUA): diffondono tecniche di seduzione manipolative per ottenere il maggior numero possibile di conquiste.

Involuntary Celibates (Incel): si identificano come uomini esclusi dalle relazioni sentimentali e sessuali, attribuendo questa condizione a una presunta ingiustizia sociale.

L’elemento comune tra questi gruppi è il disprezzo per le donne, viste come responsabili delle difficoltà e delle frustrazioni maschili. Questo ambiente virtuale è un vero e proprio incubatore di odio, dove si incoraggia il ritorno a una società patriarcale e si legittima la violenza contro il genere femminile.

Chi sono gli Incel e quali sono le loro idee

Il termine Incel deriva dall’inglese Involuntary Celibate, ovvero “celibe involontario”. Gli Incel sono uomini che si considerano vittime di un’ingiustizia biologica e sociale, convinti che le donne li escludano dalle relazioni perché non abbastanza attraenti o di successo. In questa visione distorta della realtà, il mondo sarebbe dominato da precise dinamiche di potere:

Le donne sceglierebbero sempre gli uomini più belli e ricchi, ignorando chi non possiede questi requisiti.

Gli uomini “Alpha” sarebbero quelli sessualmente attivi e privilegiati.

Gli uomini “Beta” o “Omega” rappresenterebbero invece gli esclusi, condannati a una vita di solitudine.

Questo sentimento di esclusione si trasforma spesso in un odio profondo nei confronti delle donne, accusate di negare loro un diritto naturale alla sessualità. I discorsi all’interno delle comunità Incel sono carichi di violenza e desiderio di vendetta, con teorie che legittimano l’uso della forza per ristabilire un presunto equilibrio sociale.

Una delle figure più celebri all’interno della sottocultura Incel è Elliot Rodger, un giovane statunitense che nel 2014 uccise sei persone e ne ferì altre quattordici prima di togliersi la vita.

Prima del massacro, Rodger pubblicò un video su YouTube e un manifesto in cui esprimeva il proprio risentimento per essere stato ripetutamente rifiutato dalle donne. Descrisse il suo gesto come una “vendetta” contro una società che, a suo dire, lo aveva emarginato.

All’interno delle comunità Incel, Rodger è venerato come un simbolo e un martire. Il suo nome viene spesso citato come esempio di “giustizia” contro un sistema considerato corrotto. Questo tipo di idolatria ha alimentato il rischio di nuove azioni violente, con altri individui che hanno cercato di emularlo negli anni successivi.

Il linguaggio segreto degli Incel 

Una delle caratteristiche della manosfera e della cultura Incel è l’utilizzo di un linguaggio criptico, comprensibile solo agli appartenenti a queste comunità.

Alcuni dei simboli più diffusi includono:

Pillola rossa (“red pill”): indica la presa di coscienza sulla “vera natura” delle relazioni uomo-donna. Chi si definisce redpilled ritiene di aver capito che il femminismo è un complotto per soggiogare gli uomini.

Pillola nera (“black pill”): rappresenta il totale pessimismo nei confronti della propria condizione, spingendo alla rassegnazione o alla violenza.

100% Theory: una convinzione secondo cui l’80% delle donne è attratto solo dal 20% degli uomini, alimentando il senso di esclusione e ingiustizia.

Dinamite: simbolo di una futura “rivoluzione” Incel, spesso associata a idee violente.

Questo linguaggio nascosto rende difficile per genitori, insegnanti e autorità identificare segnali di radicalizzazione. Proprio in Adolescence, il divario generazionale tra adulti e adolescenti emerge in modo evidente: i genitori e le forze dell’ordine faticano a comprendere il significato di alcuni simboli e messaggi scambiati tra i ragazzi, sottovalutandone la pericolosità.

L’influenza della monosfera sulla realtà

Sebbene molte delle idee propagate dalla manosfera e dagli Incel sembrino relegate al mondo virtuale, le conseguenze nella vita reale sono tangibili.

Negli ultimi anni, diversi atti di violenza sono stati collegati a individui radicalizzati all’interno di queste comunità. Il fenomeno è stato riconosciuto anche dall’FBI, che ha identificato la sottocultura Incel come una potenziale minaccia terroristica interna.

Inoltre, il continuo diffondersi di contenuti misogini e sessisti online contribuisce a normalizzare comportamenti pericolosi, influenzando le nuove generazioni e alimentando stereotipi dannosi.

Attraverso la sua narrazione intensa e immersiva, Adolescence offre uno spunto di riflessione sulla fragilità dell’adolescenza e sui pericoli della radicalizzazione online. La serie mette in evidenza come il web possa diventare un’arma a doppio taglio: da un lato, uno spazio di connessione e condivisione, dall’altro, un luogo in cui l’odio e la violenza possono proliferare senza controllo.

L’importanza di educare i giovani a un uso consapevole della rete emerge con forza, così come la necessità di un dialogo intergenerazionale per colmare il gap tra chi vive immerso nel mondo digitale e chi fatica a comprenderne le dinamiche.

La manosfera e la sottocultura Incel non sono semplici sottoprodotti del web, ma sintomi di una società che ancora fatica a contrastare disuguaglianze e discriminazioni di genere. Comprendere questi fenomeni è il primo passo per prevenirne le conseguenze più estreme e costruire una cultura basata sul rispetto e sull’uguaglianza.

Le difficoltà dei genitori

Attraverso la sua narrazione, Adolescence mette in mostra la fragilità dell’adolescenza e i pericoli della radicalizzazione online e come il web possa diventare un’arma a doppio taglio: da un lato, uno spazio di connessione e condivisione, dall’altro, un luogo in cui l’odio e la violenza possono proliferare senza controllo.

I genitori, nel corso della serie, si trovano a dover affrontare un nuovo tipo di problema, quello di capire e interpretare il linguaggio digitale, fatto di simboli e codici che non sempre hanno un significato immediato per chi non è cresciuto in quell’ambiente. Adam, uno dei personaggi, spiega al padre il significato di alcune emoji e di certi simboli, rivelando un mondo fatto di codici segreti che, se compresi, possono svelare molto sullo stato emotivo e psicologico dei giovani.

Questo dialogo tra le generazioni diventa uno degli elementi centrali, un invito a non trascurare la comunicazione e a cercare di comprendere il linguaggio dei giovani, per poter intervenire prima che il risentimento si trasformi in una forza distruttiva.

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