Roma, 12 mag. (askanews) – “Italia e Grecia sono state fin dall’inizio al fianco dell’Ucraina e lo saremo fino alla fine”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni coglie l’occasione del secondo vertice intergovernativo tra i due Paesi del Mediterraneo per mettere ancora una volta nero su bianco le responsabilità di Mosca nel conflitto ucraino. “L’Italia ribadisce il sostegno agli sforzi per una pace giusta e duratura che non può prescindere da garanzie di sicurezza efficaci per Kiev”.
“Ora – ha sottolineato la premier da Villa Pamphilj al fianco del primo ministro ellenico Kyriakos Mitsotakis -, attendiamo una chiara risposta russa alla richiesta di un cessate il fuoco immediato e incondizionato alla quale l’Ucraina ha immediatamente aderito, così come l’Ucraina ha accettato subito di incontrare Putin a Istanbul giovedì chiarendo in pochi minuti rispetto a una certa propaganda – ha incalzato Meloni – quale tra le parti coinvolte nel conflitto sia certamente a favore della pace e quale invece sia ancora una volta responsabile della guerra. Aspettiamo di vedere quale sarà la risposta russa”, ha ripetuto la presidente del Consiglio.
Una posizione, quella italiana, sottolineata anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, oggi a Londra per la riunione dei ministri degli Esteri nella versione Weimar+. “Io mi auguro che Mosca riconosca la disponibilità di Zelensky, riconosca l’impegno di tutti quanti noi per arrivare alla fine della guerra. Tutta la responsabilità oggi è nelle mani di Putin. Se si arriva alla pace o non si arriva dipende soltanto dalla volontà della Federazione Russa”, ha detto Tajani.
Una tempistica, quella delle dichiarazioni di Meloni e Tajani che incalzano Putin, su cui probabilmente hanno influito le critiche dell’opposizione per il mancato viaggio della premier a Kiev sabato scorso al vertice dei ‘volenterosi’, anche se la premier ha partecipato ai colloqui in videoconferenza. Vertice al termine del quale, ricordiamolo, il premier britannico Starmer – in sintonia con l’amministrazione Usa – aveva intimato alla Russia di “accettare un cessate il fuoco completo e senza condizioni di 30 giorni per creare lo spazio necessario a colloqui volti a una pace giusta e duratura in Ucraina”. Nel vertice dei Volenterosi di Kiev “l’Italia c’era”, si è difeso stamane il vicepremier forzista in un’intervista sul Corriere della Sera. “Giorgia Meloni si è collegata in videoconferenza, quindi c’era. Quel che conta – ha assicurato Tajani – è la presenza nella sostanza. L’Italia, il governo, la presidente in prima persona sono presenti in ogni aspetto” dei colloqui sull’Ucraina.
Ma forse sulla postura del governo italiano ha pesato di più l’imminente avvio della missione del presidente Usa Donald Trump in Medio Oriente, che, seppure, orientata in primis a tentare di risolvere il conflitto nella Striscia di Gaza e a disinnescare le tensioni tra Stati e Uniti e Iran, potrebbe riservare sorprese proprio sul ‘fronte’ ucraino. “Non sottovalutate” l’incontro di “giovedì in Turchia tra Russia e Ucraina”, ha detto poco fa Trump ai giornalisti porco prima di partire per un viaggio che lo porterà in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, aggiungendo che la sua partecipazione ai colloqui in Turchia dipenderà dall’andamento delle stesse trattative. “Stiamo valutando di cambiare il programma”, ha sottolineato Trump.
Un ruolo, quello di Trump, che anche stamane la premier Meloni non ha dimenticato di esaltare. Sul Medio Oriente, ha ricordato la premier, Italia e Grecia “continuano a lavorare per la fine delle ostilità e per l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza. Appoggiamo il lavoro che i paesi arabi stanno portando avanti per tracciare un quadro regionale di pace e di sicurezza che a nostro avviso deve includere anche la prospettiva dei due Stati. In questo quadro – ha sottolineato la premier – credo che sia molto importante anche la missione nella regione che sta per compiere il presidente Trump, penso che dagli Stati Uniti possa arrivare un impulso decisivo”.
Intanto, a quanto si apprende, il governo italiano sta lavorando per organizzare incontri tra la premier Meloni e i principali leader occidentali, che domenica prossima saranno di nuovo a Roma per l’insediamento del nuovo papa Leone XIV. Da quanto affermato oggi dal portavoce del governo Tedesco, Stefan Kornelius, sembra pressoché certo un incontro tra la presidente del Consiglio e il nuovo cancelliere Friedrich Merz.