Australia, elettori al voto per il referendum sul diritto degli aborigeni

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L’appuntamento è sabato 14 ottobre. La proposta è modificare la Costituzione per permettere agli indigeni di essere riconosciuti ufficialmente e consigliare il governo sulle questioni che riguardano le loro comunità. Secondo gli ultimi sondaggi, i contrari sono in vantaggio con il 56%

Sabato 14 ottobre gli australiani saranno chiamati alle urne per uno storico referendum sulla Costituzione mirato a riconoscere formalmente per la prima volta gli aborigeni australiani, 984mila cittadini – tra aborigeni e insulari dello stretto di Torres – pari al 3,8% della popolazione australiana.

La Costituzione, risalente al 1901, non menziona affatto questi cittadini né i loro diritti. Abitano le stesse terre da circa 60mila anni ma rimangono al di sotto della media nazionale nella maggior parte delle misure socio – economiche. Secondo le statistiche, l’aspettativa di vita degli indigeni è di circa otto anni inferiore a quella degli altri australiani, i bambini indigeni hanno meno probabilità di andare a scuola, meno probabilità di essere alfabetizzati e il doppio delle probabilità di morire durante l’infanzia.

La vittoria del Sì al referendum riconoscerebbe agli aborigeni anche il diritto a essere consultati dal governo per le leggi riguardanti le loro comunità, tramite un organo politico apposito denominato “The Indigenous Voice”, che consiglierà il Parlamento e il governo sulle questioni che riguardano le comunità indigene.

La domanda che gli elettori leggeranno sul foglio del referendum è semplice: “La proposta è modificare la Costituzione per riconoscere i Primi Popoli d’Australia istituendo una Voce Aborigena e delle Isole dello Stretto di Torres. Approvate questa proposta di modifica?”

Il ministro per gli Indigeni australiani, Linda Burney, ha dichiarato che la Voce darà priorità alla salute, agli alloggi, all’istruzione e ai posti di lavoro per gli Indigeni. I critici conservatori hanno sollevato il timore che questo organo possa dare eccessiva rilevanza ai gruppi e dare adito a ricorsi in tribunale, ma la maggioranza dei principali avvocati costituzionalisti si è espressa decisamente a favore del Sì.

Il capo del governo di centro-sinistra Anthony Albanese ha invitato i cittadini a mostrare “il meglio dell’Australia”, sostenendo la riforma costituzionale che rafforza i diritti degli aborigeni. “Quello che voglio vedere è il meglio dell’Australia. Siamo una grande storia di successo multiculturale”, ha detto Albanese all’emittente pubblica ABC.

Secondo il sondaggio di YouGov, pubblicato giovedì 12 ottobre, i contrari alla proposta sono in vantaggio  con il 56%. Il “Sì” è in testa tra i giovani, mentre gli elettori più anziani sono in maggioranza a favore del “No”.

Il voto è obbligatorio per i 17,7 milioni di elettori australiani, pena una multa di 20 dollari australiani (12,10 euro). Per essere adottato l’emendamento deve ottenere la maggioranza dei voti a livello nazionale, ma anche in quattro dei sei stati regionali dell’Australia.