Giovedì scorso, un’ombra ha violato la tranquillità di Mestre, in provincia di Venezia. Una ragazzina di soli undici anni, mentre faceva ritorno a casa, è stata presa di mira da un individuo sconosciuto. L’uomo l’ha seguita con insistenza per strada, un’inquietante processione culminata proprio davanti alla porta della sua abitazione. Lì, approfittando del momento in cui la piccola stava aprendo, l’ha aggredita con violenza, trascinandola all’interno dove si è consumato l’orrore di una violenza sessuale. Nonostante la luce del tardo pomeriggio, la scena è sfuggita agli occhi di eventuali passanti, lasciando la bambina in balia del suo aguzzino. Tuttavia, il suo racconto e le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza della zona si sono rivelati elementi cruciali per i carabinieri, che in poche ore sono riusciti a identificare il presunto responsabile.
L’arresto e il profilo dell’aggressore
Nella notte di venerdì, le forze dell’ordine hanno stretto le manette attorno a un 45enne di origini sarde residente in provincia di Cuneo. Il suo nome non era nuovo alle autorità, gravato com’era da precedenti condanne per reati di violenza. Un episodio particolarmente inquietante risale al 2007, quando il Tribunale di Padova lo aveva riconosciuto colpevole di rapina e violenza sessuale ai danni di due studentesse universitarie, colpite a distanza di pochi giorni l’una dall’altra. Ma il suo passato rivela un quadro ancora più allarmante: accuse e condanne per tentata violenza sessuale su una turista in Trentino e altri atti di efferata violenza, come mozzare la testa di un cane per poi recapitarla a una ragazza all’interno di un fustino di detersivo, accompagnata da una lettera estorsiva.

La reazione e gli sviluppi investigativi
La ricostruzione degli eventi ha rivelato il coraggio della giovane vittima che, intuendo di essere seguita mentre tornava a casa da sola, aveva istintivamente cercato conforto e un potenziale deterrente chiamando un’amica al telefono. Nonostante ciò, l’aggressore non ha desistito, attendendo il momento propizio per agire sotto la sua abitazione. Le urla disperate della bambina, udite dall’amica al telefono, hanno immediatamente allertato i genitori di quest’ultima, che hanno prontamente lanciato l’allarme e richiesto l’intervento dei soccorsi.
All’arrivo dei genitori, l’uomo si era già dileguato. La piccola vittima ha ricevuto immediata assistenza sanitaria e il supporto psicologico necessario per affrontare il trauma subito, mentre gli inquirenti si sono messi sulle tracce del suo aggressore. Grazie alla sua preziosa testimonianza e all’analisi dei filmati di sorveglianza, i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità dell’orco, che ora si trova in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata dalla tenera età della vittima.
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