
Nella cornice della 37° edizione di Festambiente, Legambiente presenta il rapporto nazionale “Animali in città” sui servizi disponibili nei centri urbani
In Italia, nonostante una domanda in crescita soprattutto da parte dei nuclei familiari più fragili, il benessere degli animali d’affezione e delle loro famiglie resta fuori dalle priorità delle politiche pubbliche: i servizi offerti dalle amministrazioni comunali nel settore pet-care – dal supporto domiciliare ai bonus e sostegni economici, dalla pet-therapy all’accesso semplificato ai servizi sanitari veterinari, fino all’educazione civica nelle scuole e allo sportello per la tutela del binomio persona-animale – mostrano gravi ritardi strutturali e forte disomogeneità tra comuni costieri e comuni interni. I dati arrivano dal XIV rapporto nazionale “Animali in Città” di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle ASL nella gestione degli animali nei centri urbani (con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva), presentato questa mattina nella cornice della 37° edizione dei Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia (GR).
Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi 82 comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali. La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei comuni costieri e appena nel 10,4% dei comuni interni. Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra. Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione, lasciando molte famiglie senza punti di riferimento in un momento delicato. Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe: ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso solo il 21,9% dei comuni costieri e appena l’8,3% di quelli interni. Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% nei comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (solo il 14,6% di quelle costiere e 4,7% di quelle interne). Un grave ritardo dei comuni costieri è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi.
Il Cigno Verde è tornato a denunciare l’assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità: su tutto il territorio nazionale, infatti, presenti solo due Ospedali Veterinari Pubblici, a Perugia e Napoli. Una conferma arriva dai dati: nel 2024, il 74,9% della spesa pubblica per il settore pet-care è stata a carico dei Comuni, mentre le ASL, che dovrebbero garantire i servizi sociosanitari essenziali per le famiglie in difficoltà, coprono solo il 25,1% del totale.
Non solo la fotografia dei ritardi da colmare. Anche quest’anno Legambiente assegna il Premio “Animali in città” a quelle realtà virtuose che si sono distinte per l’offerta di servizi e azioni dedicate alla prevenzione del benessere animale, sulla base di 36 indicatori per i Comuni e dei 25 per le Aziende Sanitarie. Tra le amministrazioni comunali premiate, Napoli che si distingue per la copertura sanitaria e l’integrazione tra servizi veterinari e socioassistenziali; San Giovanni in Persiceto (BO) che eccelle grazie a servizi integrati, un forte attivismo civico e ordinanze comunali efficaci; Modena per l’investimento economico significativo e una regolamentazione urbana completa a tutela del benessere animale. Tra i Comuni sotto i 5.000 abitanti, premiati Zocca (MO) e Campodolcino (SO) per i loro investimenti in educazione civica e in progetti sociali adattati al contesto rurale e montano. Tra le ASL più virtuose, invece, si distinguono Napoli 1, Bergamo e Vercelli, che oltre a fornire dati puntuali, integrano meglio i servizi sanitari con quelli offerti dai Comuni, operando con proattività.
“Il XIV Rapporto di Animali in città – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente – conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese. È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al Governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6.000 veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l’appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10.000 guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali”.
“Con il premio nazionale ‘Animali in Città’ – aggiunge Antonino Morabito, responsabile nazionale Cites e Benessere animale di Legambiente e curatore del rapporto – che Legambiente promuove ogni anno, vogliamo valorizzare l’impegno di Amministrazioni, ASL, associazioni e istituzioni che si distinguono per l’attenzione verso gli animali e mostrare i tanti casi positivi che dimostrano, concretamente, che anche in questo settore un’Italia al servizio dei cittadini e dei loro amici a quattro zampe esiste e lavora alacremente. Crediamo che questi esempi virtuosi possano rappresentare un modello e uno stimolo per rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, migliorando i servizi dedicati ai cittadini e ai loro animali da compagnia, a beneficio dell’intera collettività. Con lo stesso scopo, un’iniziativa e un impegno a cui teniamo particolarmente è la nascita della Rete nazionale dei Garanti per i Diritti degli Animali, figure nominate da Regioni e Comuni che svolgono un ruolo delicato quanto fondamentale. La messa in rete di queste esperienze è oggi un aiuto concreto all’avanzamento del Paese. Per questo motivo, da Rispescia, Legambiente lancia il prossimo appuntamento della Rete nazionale dei Garanti per i diritti degli animali che si terrà in autunno a Roma”.
Alla conferenza di presentazione e premiazione dal titolo “Cura Pubblica, Responsabilità Condivisa. Sinergie tra Istituzioni, Garanti, Associazioni e Comunità: verso la Rete Nazionale dei Garanti per i Diritti degli Animali” hanno preso parte: Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente; Angelo Gentili, segreteria nazionale Legambiente; Erika Vanelli assessore all’ambiente, delegata al benessere animale Comune di Grosseto; Marco Melosi, presidente Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani; Edgar Meyer, presidente Gaia e Ambiente; Michele Pezone, responsabile diritti animali Lega Nazionale Difesa del Cane; Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza; Francesca Sorcinelli, presidente dell’associazione LINK-Italia e i Garanti dei diritti animali di Regioni e Comuni. Ha coordinato Antonino Morabito, Responsabile nazionale CITES e Benessere animale di Legambiente.
Tra i prossimi appuntamenti con Festambiente: Stasera, 8 agosto, alle ore 21:00 Cinemambiente presenta “Taranto chiama” di Rosy Battaglia: documentario-inchiesta girato tra il 2016 e il 2025 che denuncia cosa significhi davvero sostenibilità quando è in gioco la vita umana. Un viaggio da Trieste a Taranto che fa luce su una città dichiarata zona di sacrificio. Madri, medici, artisti, attivisti, imprenditori e persino frati lottano per restituire giustizia alla loro terra. Un racconto corale, basato su dati scientifici, che mostra il coraggio di chi dal basso costruisce un nuovo modello di sviluppo, trasformando il dolore in bellezza. Domani, 9 agosto, alle ore 19:00 la consegna del Premio Ambasciatori per l’Agrivoltaico 2025 di Legambiente.