Nota indirizzata anche a Ungheria ed Estonia. ARSE, Coordinamento FREE, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente, WWF: “Chiediamo il rispetto del termine ultimo per il recepimento della direttiva, il 26 maggio 2026, e l’esclusione immediata delle caldaie a gas da qualsiasi forma di incentivazione”
Bruxelles ha inviato a Italia, Ungheria ed Estonia una lettera di costituzione in mora, primo passo della procedura di infrazione, “per non aver recepito pienamente nell’ordinamento nazionale l’articolo 17 (15) della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia Epbd”.
La nota è chiara: “La direttiva prevede due termini di recepimento. Mentre il termine principale è il 29 maggio 2026, le disposizioni che impongono agli Stati membri di cessare di fornire incentivi finanziari per l’installazione di caldaie autonome a combustibili fossili, conformemente all’articolo 17, paragrafo 15, dovevano essere recepite nella legislazione nazionale entro il 1° gennaio 2025. Il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria rappresentano oltre i tre quarti dell’energia finale consumata dalle famiglie dell’UE. Quasi due terzi di tale consumo energetico sono ancora basati sui combustibili fossili, principalmente gas naturale. La decarbonizzazione del settore dell’edilizia dipende in larga misura dall’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili per il riscaldamento. L’articolo 17, paragrafo 15, fa parte del quadro per la graduale eliminazione delle caldaie a combustibili fossili, in linea con la visione a lungo termine definita dalla direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia per raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Dopo aver esaminato le misure notificate da Estonia, Italia e Ungheria e le spiegazioni fornite, la Commissione ha concluso che questi tre Stati membri non hanno pienamente attuato né spiegato in modo esauriente l’eliminazione graduale degli incentivi finanziari per l’installazione di caldaie autonome a combustibili fossili entro il termine del 1° gennaio 2025″.
Italia, Ungheria ed Estonia hanno ora due mesi di tempo per rispondere e porre rimedio alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
La reazione delle associazioni
“La procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, per mancato recepimento della direttiva case green e per non aver pienamente attuato, né spiegato in modo esauriente l’eliminazione graduale degli incentivi finanziari per l’installazione caldaie autonome a combustibili fossili entro il termine del primo gennaio 2025, non ci stupisce affatto”. Queste le prime parole di commento di ARSE, Coordinamento FREE, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente, WWF Italia.
“Il Governo in questi mesi – aggiungono le associazioni – ha dimostrato da subito un atteggiamento di chiusura nei confronti di una direttiva che, invece, ha la capacità di mettere al centro innovazione e transizione energetica, un binomio che fa bene all’ambiente, al contrasto alla crisi climatica e che aiuta le famiglie e le imprese a risparmiare sui costi in bolletta. Inoltre, l’Esecutivo ha dimostrato anche una forte ostinazione nel voler proseguire nel finanziamento delle caldaie a gas, ancora presenti nel Conto Termico 2.0 ancora in vigore e che verrà sostituito dal Conto Termico 3.0 solo a dicembre, andando contro ben due direttive europee. Un comportamento e una chiusura che ora il Paese paga caro, vista la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea, e che coinvolge anche Ungheria ed Estonia”.
“Al Governo – sottolineano ARSE, Coordinamento FREE, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente, WWF – chiediamo un’assunzione di responsabilità in nome della transizione ecologica ed energetica di cui il Paese ha bisogno. L’ostinazione del Governo a procrastinare l’avvio delle procedure per il recepimento della Direttiva rappresenta una brutta pagina per l’Italia. Ora è urgente e fondamentale recuperare quella mancanza e i ritardi accumulati fino ad oggi. Per questo all’Esecutivo chiediamo il rispetto del termine ultimo per il recepimento della direttiva, ossia il 26 maggio 2026, e chiediamo l’esclusione immediata delle caldaie a gas da qualsiasi forma di incentivazione”.
