Campania, incendiato il terreno confiscato gestito da Terra Felix

campo bruciato

Rogo al terreno confiscato al clan di Francesco “Sandokan” Schiavone, gestito da cooperativa Terra Felix. Legambiente: “Non ci faremo intimidire”. A fuoco un campo anche a Gioia Tauro, in Calabria

Ancora una volta si verificano atti intimidatori contro chi si oppone alla criminalità organizzata. Con l’arrivo dell’estate sono giunte le fiamme sul campo coltivato a cardo dalla Cooperativa Sociale Terra Felix in Campania, su un terreno confiscato al Clan di Francesco Schiavone, detto “Sandokan”. Domenica sera 6 luglio le fiamme innescate in più punti hanno distrutto i 7 ettari coltivati. Tutto il raccolto è andato perduto.

“Non si può più parlare di coincidenze o della favola dell’autocombustione. Siamo vicini alla nostra cooperativa con l’impegno di tutte e tutti noi a rispedire al mittente ogni tentativo di voler mettere in ginocchio le esperienze nate sui terreni confiscati. Non saremo intimiditi da questo ennesimo attacco vile e criminale, c’è una verità che non viene cancellata con il fuoco: quelle terre sono ormai libere e il nostro impegno impedirà che si torni indietro. Il lavoro della cooperativa rappresenta un esempio tangibile di come si può riportare nel solco della legalità un bene che è stato restituito a una funzione produttiva e sociale”. Così ha scritto in una nota Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania sull’incendio che ha colpito il campo coltivato a cardo dalla Cooperativa Sociale Terra Felix di Succivo, un terreno di sette ettari in località S. Maria la Fossa e da almeno quattro anni coltivato a cardo.

“Si tratta di singoli episodi ma segnalano una recrudescenza degli attacchi alle esperienze di uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Guai ad abbassare la guardia o dare spazio a ipotesi, che riaffiorano periodicamente, di vendita e “privatizzazione: di questi beni. Le mafie sanno perfettamente quanto siano importanti nel contrasto al loro radicamento territoriale i progetti e le attività che trasformano i frutti avvelenati del loro potere economico in occasione di riscatto sociale e di creazione di lavoro e buona economia. Ne intaccano, concretamente, il consenso. Anche per queste ragioni l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, su cui Legambiente è impegnata da sempre accanto a Libera, deve essere promosso, sostenuto e difeso da tutti i tentativi di metterlo in discussione, anche con il ricorso, come è accaduto contro la cooperativa Terra Felix, alla violenza criminale”. Commentano così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente ed Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e legalità di Legambiente.

Nei giorni scorsi si era registrato un attacco di natura simile alla cooperativa Valle del Marro, in Calabria: un incendio doloso ha completamente distrutto una coltivazione di grano a Gioia Tauro, gestita dalla cooperativa. Si tratta dell’ennesimo episodio, dopo una lunga serie di danneggiamenti e furti. La cooperativa Valle del Marro, associata a Libera, da oltre vent’anni coltiva i terreni confiscati alla ’ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro, restituendoli alla legalità e al bene comune.