La 78esima edizione del Festival del cinema di Cannes è iniziata e lo ha fatto con un progetto piuttosto particolare. L’immersive competition è una sezione separata rispetto ai classici lungometraggi in concorso in cui è possibile accedere a un nutrito gruppo di esperienze immersive, da film a cortometraggi, visionabili tramite l’uso della realtà virtuale, o con altre meccaniche. Le applicazioni sono infinite e le modalità con cui queste piccole opere d’arte sono state realizzate anche: si parla di VR, appunto, realtà mista, video mapping e persino intelligenza artificiale. Tutte tecnologie che si configurano quali nuove forme di narrazione ridefinendo lo storytelling.
La mostra si è svolta al Carlton Hotel, a dieci minuti a piedi dal Palais des Festivals, dove si trova il Festival principale. Al suo interno vengono presentati 16 film dietro ai quali si celano nomi di spicco quali Fanny Ardant, Daisy Ridley e Zar Amir, tra i tanti. Della selezione se ne contano 9 in concorso, 2 fuori concorso e 5 nella sezione Focus, la quale si concentra su artisti provenienti dal Lussemburgo, che negli ultimi anni ha sfornato diversi artisti e produttori. Alla giuria del concorso presiede Luc Jacquet (premio Oscar nel 2006 per La marcia dei pinguini), seguito da Laurie Anderson, Martina Fienes, Tetsuya MIizuguchi e Tania de Montaigne.

Ciò che stupisce maggiormente di questa esperienza è l’altissimo livello di sperimentazione, grazie alla quale è la nostra percezione che viene messa al centro dell’attenzione, facendo sì che diventi parte del mezzo filmico e dell’esperienza, sfruttando appieno la sensorialità del corpo. Le 9 opere in concorso hanno esplorato tematiche profonde e accattivanti, con un ventaglio di storie fuori dal comune. Ecco un elenco completo dei film presentati in concorso e le loro specificità:
- Beyond the Vivid Unknown, di John Fitzgerald e Godfrey Reggio. Uno spazio in evoluzione generato dall’IA che riprende l’innovativa opera Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio tramite i suoi archivi
- Fillos do Vento: A RAPA, di Brais Revaldeira. Uno scontro tra natura e modernità in cui gli spettatori sono immersi in una prova di forza tra l’uomo e un cavallo, nella danza della tradizione spagnola e il rito della Rapa das Bestas;
- From Dust, di Michel van der Aa. Un viaggio di 24 minuti in cui il mondo reagisce alla tua presenza e personalizza l’esperienza di chiunque voglia provarlo
- In the Current of Being, di Cameron Kostopoulos. Si segue la vera storia di Carolyn Mercer, sopravvissuta alla terapia di conversione tramite elettroshock per correggere la sua identità di genere. L’esperienza è tutta basata sul contatto fisico diretto al corpo della povera “paziente”.
- Lacuna, di Maartje Wegdam. Si torna al viaggio, ma questa volta nella testa di Sonja, nel tentativo di trovare la verità attraverso l’immaginazione.
- Lili, di Navid Khonsari. Con l’uso dell’intelligenza artificiale ci si ritrova nei panni di un hacker del dark web pronto a fronteggiare il regime corrotto dell’Iran
- tAxI, di Stephen Henderson, Yamil Rodriguez e Michael Arcos. Questa installazione multisensoriale si trasforma nel miglior confessorio che si conosca: il sedile posteriore di un taxi, nel quale lo spettatore verrà invitato ad aprirsi e confessarsi attraverso dialoghi stimolanti;
- The Dollhouse, di Charlotte Bruneau e Dominic Desjardins. Una realtà virtuale di carta segue la piccola Juniper all’interno delle dinamiche di potere nella sua intima casa
- The Exploding Girl VR, di Caroline Poggi e Jonatha Vinel. Si assiste alle miriadi di esplosioni della povera Candace, osservando come si scateni la sua rabbia.
Per quanto riguarda il fuori concorso si trovano Chez Moi, caraterizzato dal suono immersivo in Dolby Atmos e Dolby Vision con la voce narrante di Fanny Ardant, e Trailblazer, un altro viaggio in VR in cui si vive in prima persona la storia di Berta Benz, la prima donna a guidare un’automobile sulla lunga distanza.
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