Cannes 2025: Jafar Panahi di Un Simple Accident parla della prigionia subita

Al Festival di Cannes 2025, l’acclamato regista iraniano Jafar Panahi è tornato sotto i riflettori con Un Simple Accident, segnando il suo primo film da quando è stato liberato dalla prigione iraniana nel febbraio 2023. Il pubblico ha accolto l’opera con una standing ovation di quasi otto minuti. Un ritorno carico di significato, che mette in primo piano non solo la sua arte, ma anche il coraggio necessario per continuare a esercitarla in un regime oppressivo. Un momento toccante culminato in un discorso emotivo in cui Panahi ha dedicato il suo ritorno ai colleghi ancora imprigionati. Con voce tremante e occhiali scuri, ha dichiarato:

Dichiarazione

Come posso essere felice, come posso sentirmi libero, se loro sono ancora là dentro?”. – Jafar Panahi

Girato in Iran senza permessi e con attrici che non indossano l’hijab, un atto di sfida alle leggi del paese, Un Simple Accident è un thriller morale che mescola la tensione narrativa al profondo dolore dell’esperienza personale. Racconta la storia di Vahid, un ex prigioniero politico che rapisce il suo presunto torturatore per cercare giustizia. Un’opera intensa che riflette le stesse domande che Panahi si pone nella vita reale, come lui stesso ammette: “Non so come reagirei se incontrassi il mio interrogatore. Forse con razionalità, forse no. Sono umano”.

Jafar Panahi
Jafar Panahi, fonte: Miguel Medina

La genesi del film risale direttamente alla doppia esperienza carceraria di Panahi. Durante il primo arresto, l’interrogatorio avveniva con lui bendato, rivolto a un muro, guidato soltanto dalla voce invisibile del suo inquisitore. Nella seconda detenzione, condivisa con altri prigionieri politici, le loro storie e la loro forza lo hanno ispirato:

Dichiarazione

Era come se il mondo si fosse aperto di nuovo per me. Ogni film è una sfida ad alta tensione, nulla in Iran è prevedibile. L’Iran è la mia casa, forse è un difetto del mio carattere, ma non voglio andarmene spero solo di poter tornare a casa. Dopo essere uscito di prigione, percorrevo in auto le strade accanto al carcere, pensando a chi era rimasto dentro. Anche a Cannes guarderò indietro, verso il muro, e penserò a loro”. – Jafar Panahi

Panahi ha dedicato parte del suo discorso a Cannes agli artisti incarcerati per aver supportato il movimento “Femme Liberté”, parlando, però, anche del suo approccio al lavoro:

Dichiarazione

Non posso gioire pienamente mentre tanti dei più grandi registi e attrici dell’Iran non possono lavorare. In un sistema chiuso e ideologico, non si può scegliere. Si può solo adattarsi per continuare a vivere e creare”. – Jafar Panahi

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