Emozione, applausi e profonda commozione hanno accolto il debutto da regista di Scarlett Johansson al 78° Festival di Cannes con Eleanor the Great, presentato in anteprima mondiale nella prestigiosa sezione Un Certain Regard. Il film ha incantato il pubblico, ottenendo una standing ovation tra i cinque e i sei minuti, a dimostrazione di quanto il progetto sia stato sentito e apprezzato. La regista ha parlato del film, poco dopo gli applausi, in questi termini:
“un sogno che si realizza. È un film sull’amicizia, sul dolore, sul perdono. Temi di cui abbiamo bisogno oggi più che mai”. – Scarlett Johansson
Poco dopo, Johansson ha abbracciato a lungo June Squibb, rendendole omaggio con parole toccanti: “È veramente ispiratrice”. Ha poi lodato Kellyman come “una rivelazione assoluta” e ha espresso il desiderio che il pubblico porti con sé il ricordo di Eleanor così come lei stessa lo porterà per sempre.
Protagonista assoluta della pellicola è June Squibb, 94 anni, che interpreta Eleanor Morgenstein, una donna ironica e ostinatamente indipendente, alle prese con il dolore per la perdita della sua migliore amica, Bessie. Dopo questa perdita, Eleanor si trasferisce a Manhattan per vivere con la figlia e il nipote. Lì, inizia un viaggio interiore e reale alla ricerca di nuove connessioni, trovandosi persino ad unirsi, per errore, a un gruppo di sopravvissuti all’Olocausto. Questo evento risveglia in lei il ricordo del trauma vissuto da Bessie nella Polonia occupata dai nazisti, e dà il via a una storia complessa e avvolta nel mistero, dove verità e finzione si intrecciano pericolosamente.
La presenza di Scarlett Johansson a Cannes quest’anno non si limita al ruolo di regista, infatti è anche tra le protagoniste del nuovo film di Wes Anderson, La Trama Fenicia. Non nuova al red carpet del festival, l’attrice aveva già calcato il palcoscenico di Cannes per Asteroid City nel 2023 e in passato per Vicky Cristina Barcelona (2008) e Match Point (2005).
Con Eleanor the Great, Johansson non solo conferma la sua versatilità artistica, ma offre anche un’opera profondamente umana, capace di parlare a tutti e di lasciare un segno. Una pellicola che, come lei stessa ha auspicato, il pubblico porterà con sé anche molto dopo la fine degli applausi.
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