Cannes 2025: Tarantino fornisce utili consigli ai nuovi registi sulla croisette

Durante il Festival di Cannes 2025, il regista Quentin Tarantino ha fatto un ingresso da vero showman, sorprendendo la folla con un gesto teatrale e simbolico: “È un onore per me dichiarare aperto il 78° festival!” ha esclamato, lasciando cadere il microfono a terra. Ma è stato il giorno successivo, nella storica Sala Bunuel, che il regista ha lasciato il suo segno più profondo.

A introdurlo sul palco è stato Thierry Frémaux, direttore del Festival, davanti a una sala gremita per una doppia proiezione di due western classici di George Sherman quali Figlio del delitto (1949) e Pelle di bronzo (1950). Tarantino ha espresso la sua gratitudine per l’iniziativa: “Questo fa molto bene al cuore” ha dichiarato, commosso per il pubblico in piedi e l’omaggio a un regista da lui profondamente ammirato.

In un discorso denso di significato, Tarantino ha raccontato come la Universal, quando assunse Sherman, non si fosse resa conto di quanto fosse rapido nel dirigere i suoi set. “Essere veloci è bello, è fantastico, soprattutto per chi sta negli uffici, ma quanto è buona la qualità delle riprese?” ha chiesto provocatoriamente. La risposta era davanti agli occhi di tutti: “Potete vedere subito quanto siano buone”. Da questa riflessione, è nato un consiglio carico per i giovani registi presenti, un principio che Tarantino stesso ha fatto suo nel corso della carriera:

Dichiarazione

Sherman non aveva più tempo degli altri fottuti registi. Ma è quello che ha fatto con quel tempo che lo ha reso importante. Guardate: tutti vogliamo girare quello che desideriamo. Tutti vogliamo ottenere il meglio. Ma quasi non conta se non lo fai all’interno del cerchio in cui dovresti lavorare. E il modo in cui trascorri quel tempo, il modo in cui lo usi, ti definirà”. – Quentin Tarantino

Con parole schiette e concrete, Tarantino ha trasformato una lezione di cinema in una lezione di vita professionale. In un’epoca dove spesso si idealizza l’arte come frutto di ispirazione illimitata, ha ricordato che il talento si misura anche, e forse soprattutto, nella capacità di ottenere il massimo con i limiti imposti dalla realtà produttiva.

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