Clima, terminata la prima campagna oceanografica italiana al Polo Nord geografico

Nave rompighiaccio CNR

La spedizione del CNR, realizzata nell’ambito del progetto Eleno, ha raccolto dati per valutare lo stato di salute dell’ecosistema Artico e per monitorare gli effetti del cambiamento climatico

Si è da poco conclusa la prima campagna oceanografica italiana al Polo Nord geografico, nell’Oceano artico. Protagonisti della missione sono stati i ricercatori dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp). Obiettivo: compiere studi sull’idrografia, il ciclo del carbonio e la presenza di inquinanti come plastiche e microplastiche, per ricavare dati sullo stato di salute dell’ecosistema dell’Artico. La squadra di scienziati, arrivata a fine agosto ai 90° N a bordo della nave rompighiaccio “Le Commandant Charcot” della compagnia Ponant, ha potuto constatare in prima battuta un arretramento della copertura glaciale, a causa della quale sono divenuti attraversabili tratti dell’Oceano artico prima invalicabili. “È veramente impressionante navigare a queste latitudini e trovare così poco ghiaccio marino, un segno evidente del riscaldamento globale” ha commentato Carlo Barbante, direttore Cnr-Isp e membro della spedizione.

Scienziati artico CNR-ISP

Come si apprende da un comunicato stampa dell’Ente, nel corso della campagna la squadra di ricerca ha avuto la possibilità di condurre misurazioni giornaliere di bioaerosol (insieme di microrganismi persistenti in atmosfera, tra cui specie batteriche, che possono rappresentare un rischio per la salute umana) e campionamenti in diverse stazioni idrogeologiche, che saranno analizzati nei laboratori del Cnr-Isp.

La spedizione è stata possibile grazie al progetto Eleno (Habitat template, microbial signatures and iconic life in a changing Arctic Ocean), vincitore della call internazionale Ponant-Arice (Arctic Research Icebreaker Consortium) H2020, con cui sono state messe a disposizione navi rompighiaccio di diversi paesi del mondo che, dotate di laboratori e di attrezzatura di ricerca, hanno permesso di arrivare ai 90° Nord. A partecipare, insieme a Carlo Barbante, Maurizio Azzaro, coordinatore del progetto e responsabile della sede Cnr-Isp di Messina, Francesco Filiciotto, ricercatore Cnr-Isp e Alessandro Ciro Rappazzo, tecnico Cnr-Isp. Come ricorda Barbante “finora le campagne italiane oceanografiche in Artico sono state svolte principalmente tra le isole Svalbard, Norvegia e Groenlandia. Questa è la prima volta che una spedizione italiana arriva fino al Polo Nord geografico per fare ricerca”.


Il progetto Eleno mira così a espandere di 15° verso Nord l’area di studio del progetto Cassandra – sorella gemella di Eleno nella mitologia greca- anch’esso focalizzato sull’analisi dell’Artico marino (ma limitato ai 75°N), finanziato dal Programma italiano di ricerca sull’Artico (Pra) e condotto nell’ambito del progetto internazionale Synoptic Arctic Survey.
Lo scopo è arrivare a comprendere le trasformazioni in corso al Polo su masse d’acqua, ecosistema marino e ciclo del carbonio, oltre che a quantificare le alterazioni nei sistemi fisici, chimici, biologici e biogeochimici dell’Oceano Artico, così da avere dati da cui partire per monitorare la crisi climatica e i suoi effetti.

“Ciò che accade a questo ecosistema riguarda anche noi, non rimane confinato all’Artico – ha commentato Barbante – Per questo motivo essere arrivati a fare ricerca a questa latitudine rappresenta una tappa fondamentale per lo studio dei cambiamenti climatici”.