
La Commissione europea dovrebbe presentare la proposta sul clima il 2 luglio. Il comitato di consulenti Ue sconsiglia di ricorrere ai crediti di carbonio. In Italia, gli scienziati mandano una lettera aperta al governo
Bruxelles è pronta a proporre una serie di modifiche sui target climatici fissati al 2040, tra cui la possibilità di ricorrere ai crediti internazionali del carbonio. Rimane fissato l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni rispetto ai livelli del 1990, ma Bruxelles potrebbe offrire ai governi una serie di opzioni di flessibilità. Sarebbe al voglio l’ipotesi dell’inclusione di meccanismi di compensazione internazionale del carbonio – ispirati all’articolo 6 dell’accordo di Parigi – che permettono ai Paesi di collaborare volontariamente per raggiungere i propri obiettivi climatici. La Commissione dovrebbe presentare la proposta legislativa il 2 luglio, come riferito agli ambasciatori dei 27 Paesi Ue dal commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra, che ha confermato che l’iniziativa è in dirittura d’arrivo.
La proposta di modifica della legge sul clima era inizialmente prevista per il primo trimestre dell’anno, poi rimandata per superare le resistenze emerse sia tra gli Stati membri che all’interno del Parlamento europeo, in particolare dal Partito popolare europeo (Ppe).
Esperti Ue contro flessibilità per il target climatico al 2040
I consulenti scientifici dell’Ue sui cambiamenti climatici raccomandano all’Unione europea di ridurre le emissioni di gas serra del 90-95% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, scoraggiando però il ricorso ai crediti di carbonio internazionali per centrare gli obiettivi. Lo si legge nella raccomandazione formulata dal Comitato consultivo scientifico sul clima – l’organismo indipendente istituito dalla legge europea sul clima – e pubblicata in vista della proposta sul target climatico intermedio al 2040.
Il report ‘Consulenza scientifica per la modifica della legge europea sul clima’ fa eco a una prima raccomandazione formulata dagli esperti Ue nel 2023 e conferma che “una riduzione netta delle emissioni di gas serra a livello nazionale entro il 2040 compresa tra il 90 e il 95% rimane “scientificamente solida” e offre “un percorso credibile verso l’obiettivo giuridicamente vincolante della neutralità climatica entro il 2050”.
Il comitato consultivo sconsiglia fermamente di ricorrere ai crediti di carbonio internazionali per raggiungere l’obiettivo del 2040, perché “rischiano di sottrarre risorse agli investimenti interni e potrebbero compromettere l’integrità ambientale” del percorso. I crediti internazionali di carbonio sono tra le misure di flessibilità che la Commissione Ue dovrebbe proporre per andare incontro alle richieste delle capitali, in particolare Berlino, di ammorbidire il target, rendendolo più attuabile. “Ritardare l’azione o fare affidamento sui crediti di carbonio internazionali rischierebbe di far perdere opportunità fondamentali per modernizzare l’economia dell’Ue, creare posti di lavoro di qualità e rafforzare la posizione dell’Europa nella leadership delle tecnologie pulite”, ha ammonito Jette Bredahl Jacobsen, vicepresidente del comitato consultivo. Il commissario europeo responsabile, Wopke Hoekstra, ha commentato il parere in un post via X: “Un’Europa competitiva, resiliente, sicura e sostenibile dipende da politiche climatiche ambiziose. Ciò significa sia ridurre le emissioni sia adattarsi al nostro clima, già in continua evoluzione”, ha scritto.
L’appello degli scienziati italiani
Oltre 25 scienziati tra i più autorevoli ed esperti di clima in Italia hanno firmato una lettera aperta rivolta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sollecitando il governo a “sostenere con determinazione l’obiettivo europeo di riduzione del 90% delle emissioni climalteranti entro il 2040, indicato dal Comitato scientifico europeo sul cambiamento climatico (Esabcc) come tappa cruciale per raggiungere la neutralità climatica al 2050″.
E ancora, scrivono gli scienziati: “Tale riduzione rappresenta un’opportunità per l’Europa, poiché comporta numerosi vantaggi: maggiore sicurezza energetica e riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili; miglioramento della salute pubblica e riduzione dei costi sanitari; stimolo all’innovazione tecnologica e creazione di posti di lavoro verdi; minimizzazione dei rischi ambientali e sociali”. Nella conclusione dell’appello si legge: “Si tratta di una scelta che richiede coraggio politico, ma che sarà ricordata come un atto di responsabilità verso le future generazioni”.
Tra i primi firmatari figurano il fisico e Premio Nobel Giorgio Parisi, Stefano Caserini (Università di Parma) e Antonello Pasini (Cnr), punti di riferimento per la comunità scientifica italiana sul clima. La lettera sottolinea “i gravi impatti climatici già visibili in Italia, così come le opportunità legate a una decarbonizzazione ambiziosa e coerente”.