Forza Italia sfida gli alleati di governo e rilancia sullo “ius Italiae”, annunciando di voler mettere ai voti la riforma della cittadinanza, nonostante la contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia. “Siamo pronti a discuterla con tutti”, ha detto il vicepremier Antonio Tajani. “Il Parlamento è sovrano. Chiunque vuole votare la nostra proposta la voti”. Il leader di Forza Italia ha poi aggiunto che non c’è fretta dato che in Parlamento, per ora “è tutto ingolfato, ci sono sette decreti e la riforma della giustizia, la nostra priorità assoluta”. E c’è un primo ostacolo sulla strada della convergenza con le opposizioni: Tajani si dice non intenzionato a trattare. “Quella sui dieci anni” di formazione scolastica per ottenere la cittadinanza “è una regola severa ma giusta”, la proposta del Partito Democratico è “di cinque anni e non va bene”, soha sottolineato.
Cos’è lo Ius Scholae proposta da Forza Italia
Al di làdelle divisioni politiche vediamo nello specifico cos’è lo “ius scholae”, traducibile come “diritto della scuola”. Si tratta di un principio che lega l’acquisizione della cittadinanza italiana alla frequenza di un ciclo di studi in Italia. La proposta prevede di concedere la cittadinanza ai figli di genitori stranieri che abbiano completato un periodo di istruzione in Italia. Il periodo in questione, nella proposta di Forza Italia, è di 10 anni.
A differenza dello ius sanguinis, ossia il diritto di sangue, che si basa sulla cittadinanza dei genitori, e a differenza dello ius soli (il diritto del suolo) che si basa sulla nascita nel territorio nazionale, lo ius scholae lega quindi la cittadinanza alla frequenza scolastica.
Il cuore della proposta è che la frequentazione di un certo numero di anni scolastici in Italia, a partire da una certa età, possa essere un criterio per l’ottenimento della cittadinanza. L’idea sottostante è che la scuola contribuisca all’integrazione dei giovani stranieri nella società italiana e che, di conseguenza, la frequenza scolastica possa essere un elemento determinante per il loro riconoscimento come cittadini. Nella proposta di Forza Italia la frequentazione deve essere inoltre con “profitto”, ossia che i risultati scolastici siano stati buoni.

La proposta di Forza Italia spacca la maggioranza
Dunque, numeri permettendo, gli azzurri sarebbero pronti a far passare lo ius Italiae anche sganciandosi dal resto della maggioranza. Leghisti e meloniani, non tardano a ribadire il loro no. “Una proposta tecnicamente sbagliata”, “irricevibile” anche “dal punto di vista politico”, ha affermato il salviniano Rossano Sasso. Mentre la responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia, Sara Kelany ha sottolineato tagliente: “La legge sulla cittadinanza per noi va bene così e, visto l’esito dei referendum, va bene così anche per i cittadini. La Kenamy ha chiarito ancora: “Non è parte del programma di FdI e non riteniamo che ci sia un’esigenza pressante rispetto a questa tematica, ma non viviamo le dichiarazioni di Forza Italia come un problema”.
Maurizio Lupi di Noi Moderati ha avvertito: “Le forzature non servono, sono controproducenti e rischiano solo di rompere l’unità della coalizione”. La leghista Silvia Sardone ha punzecchiato l’alleato invitando “chi fa questa proposta a guardare l’esito del referendum della cittadinanza. Facciamo proposte su quello che gli italiani vogliono”.
Dall’opposizione un sì con riserva
Se il centrosinistra votasse con Forza Italia a favore dello ius Italiae la legge potrebbe passare, si ragiona in ambienti azzurri, dove qualcuno sta anche ipotizzando una sorta di libertà di coscienza trasversale agli schieramenti per tirare la volata al provvedimento.
Sul fronte opposizione, il Pd ha aperto con cautela chiedendo agli azzurri di calendarizzare il testo e iniziare a lavorare sui contenuti. A spingere maggiormente è l’area riformista, anche se tutto il partito è pronto al dialogo. Il Movimento 5 Stelle, per voce di Giuseppe Conte, sprona a fare presto: “Lo ius scholae è una nostra battaglia di anni, facciamolo subito”. Il timore principale è che si tratti di una “boutade”, una “chiacchiera estiva” ma, ciò nonostante, i parlamentari che si fanno avanti per accettare e rilanciare la sfida dei numeri in Aula non mancano.
“Se Fi porterà al voto una legge sullo ius scholae Azione la sosterrà convintamente”, fa sapere Carlo Calenda. Mentre da Italia Viva Matteo Renzi incalza Tajani: “Ha così tanta paura della premier da non portare in Aula quello che dice, quello che ha detto, un anno fa, al meeting di Rimini. Un po’ di coraggio, abbia la forza di difendere le sue idee!”. Per Riccardo Magi di Più Europa “ci confronteremo nel merito, anche se temiamo che ancora una volta FI non faccia sul serio”.
Stesso dubbio insinuato da Alleanza Verdi e Sinistra: “Se questa volta ci sarà una proposta di legge concreta che arriverà effettivamente in Parlamento, pronti a confrontarci nel merito, con l’obiettivo chiaro di allargare i diritti a chi vive, studia e lavora in Italia senza esserne cittadino”, dicono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
L’articolo Cos’è lo Ius scholae di Forza Italia che spacca la maggioranza e che riceve aperture dall’opposizione proviene da Blitz quotidiano.