Di Covid si parla molto poco in questo periodo. Il virus però continua a girare e già si delineano le varianti che saranno predominanti questa estate: si tratta di Nimbus e Stratus. Vediamo nello specifico che cosa sta succedendo e se c’è da preoccuparsi oppure no.
NB.1.8.1 è la variante predominante ed è stata ribattezzata Nimbus dagli esperti. Ora è arrivata una “collega”: XFG, designata proprio in questi giorni dall’Organizzazione mondiale della sanità variante di Sars-CoV-2 sotto monitoraggio per via di una presenza a livello globale. XFG sta infatti “crescendo rapidamente” essendo capace, più di altre varianti, di eludere il sistema immunitario. XFG in realtà era da un po’ un’osservata speciale dato che è apparsa da gennaio ed ora le è stato attribuito il soprannome di Stratus.
La valutazione del rischio, fortunatamente colloca anche Stratus in basso in quanto a gravità. L’Oms spiega anche che “si prevede che i vaccini Covid attualmente approvati rimangano efficaci contro questa variante” per proteggere dalla “malattia sintomatica e grave”. In ogni caso, “diversi Paesi nella regione del Sudest asiatico hanno segnalato un aumento simultaneo di nuovi casi e ricoveri, nelle aree dove XFG è stata ampiamente rilevata”. Ma secondo i dati disponibili fino ad oggi, precisa l’agenzia Onu per la salute, non risulta che questa variante porti a malattie più gravi o decessi rispetto ad altre in circolazione.
Stratus è monitorata costantemente dal 25 giugno. Il suo “identikit familiare” è stato, come sempre in questi casi ricostruito, essendo il frutto di un ricombinante di altre varianti. Rispetto a Nimbus “è possibile identificare profili di mutazioni distinti nella proteina Spike“. Fra le mutazioni ce ne sono alcune specifiche che, secondo quanto dimostrato dai ricercatori, “migliorano l’elusione degli anticorpi”, si segnala nel documento Oms. Quindi sulla carta questa nuova variante potrebbe essere più in grado di eludere il sistema immunitario. Ma al momento non ha un profilo particolarmente problematico.

La raucedine come sintomo principale
Sia Stratus che Nimbus provocano raucedine. A segnalarlo è “Times of india”, che spiega che una delle caratteristiche più sorprendenti dell’attuale ondata è la frequente segnalazione di voce roca tra i pazienti Covid. A differenza delle ondate del passato in cui la perdita di gusto e olfatto erano i segni distintivi dell’infezione, ora i pazienti lamentano tosse secca, irritazione e mal di gola, insieme appunto alla raucedine. Aspetto confermato anche, segnala la testata indiana, dai medici di vari ospedali sulla base di quanto osservato nei reparti di degenza del Paese.
Un’osservazione simile arriva dal Regno Unito, dove sta circolando in particolare Nimbus e si riporta che un sintomo chiave che potrebbe suggerire il contagio da Covid è un forte mal di gola, come la sensazione di una lama di rasoio, un dolore molto acuto quando si deglutisce, spesso localizzato nella parte posteriore della gola, riporta Manchester Evening News citando un medico di base del The London General Practice. Altri sintomi comuni sono stanchezza, tosse lieve, febbre, dolori muscolari e congestione.
Pur non rilevando segnalazioni di malattie più severe con le nuove varianti, l’Oms e il suo gruppo consultivo continuano a chiedere di monitorare il quadro Covid. L’Oms continua a “raccomandare agli Stati membri di dare priorità ad azioni specifiche per affrontare al meglio le incertezze relative a fuga di anticorpi e gravità”.
L’articolo Covid: cosa sappiamo e quali sono i sintomi di Nimbus e Stratus, le due varianti che saranno predominanti questa estate proviene da Blitz quotidiano.