
Aggiunti all’elenco il commercio illegale di legname e l’esaurimento di risorse idriche. Punizioni fino a 10 anni di reclusione. Gli Stati hanno due anni di tempo per recepire le norme
Il Parlamento europeo ha approvato martedì 27 marzo, in via definitiva, nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale. È la quarta attività criminale al mondo e una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme al traffico di droga e armi e alla tratta di esseri umani. Nel dicembre 2021, la Commissione ha presentato una proposta per rafforzare la protezione dell’ambiente nell’Ue attraverso il diritto penale, con l’obiettivo di contrastare il numero crescente di reati ambientali.
Con la nuova approvazione della direttiva, i deputati rispondono alle proposte avanzate dai cittadini nelle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa. La nuova direttiva, concordata con il Consiglio già il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Tra i nuovi reati figurano il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’Ue in materia di sostanze chimiche, e l’inquinamento provocato dalle navi. I deputati hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti “reati qualificati”, vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo).
Sanzioni pecuniarie e pene detentive
I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. Tutti i trasgressori saranno tenuti a risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie. Per le imprese l’importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di EUR. Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.
Stati membri: formazione e raccolte dati
I deputati hanno insistito con successo durante i negoziati sull’introduzione di sostegno e assistenza nel contesto dei procedimenti penali per gli informatori (whitleblower) che denunciano reati ambientali. Inoltre, hanno introdotto l’obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale. I dati sui reati ambientali raccolti dai governi dell’Ue dovrebbero inoltre consentire di affrontare meglio la questione e aiutare la Commissione ad aggiornarne regolarmente l’elenco. Gli Stati membri avranno ora due anni per recepire le norme nel diritto nazionale.