Le parole di Roberto De Zerbi, tecnico del Brighton: «Siamo stati i primi ad aggredire il City alto, la settimana dopo il poker al Chelsea»
In Inghilterrra si parla molto di lui, per i risultati e per il gioco. Il suo Brighton è partito benissimo in Premier League e ha forti ambizioni di crescita, in linea con quelle del tecnico. Roberto De Zerbi si è raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
LA MAGLIA 10 DI MACALLISTER A ENCISO – «Se la meritava, lo stavo martellando in allenamento. Ma prima gli ho chiesto: “A chi regalerai la tua prima maglia numero 10?”. “A mia madre”, mi fa lui. “Risposta esatta, è tua”».
PERCHÉ NON HA PRESO PAREDES – «Oggi al Brighton mi servono altre caratteristiche».
GLI ELOGI DI GUARDIOLA – «Mi danno orgoglio: io sono consapevole di quello che so fare. Posso sembrare uno molto pieno di sé, ma sono onesto e so che non sono arrivato qui per caso o per fortuna».
LA TELEFONATA DI PEP – «Lui è stato straordinario con me. Quando sono arrivato in Inghilterra mi ha telefonato: “Se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi”. Un grandissimo gesto. All’arrivo qui ero uno zero. Ora siamo amici».
LA SVOLTA DEL BRIGHTON DOPO LA CRISI – «La sconfitta successiva per 3 a 1 contro il City di Pep. Il dubbio con il mio staff era se scegliere il coraggio o l’attendismo. Alla fine ho lanciato il cellulare contro il muro, urlando ai miei: “Non ho buttato dieci anni della mia vita. Cazzo! Se perdiamo, lo voglio fare a modo mio. Ce la giochiamo. Aggrediremo il City nella sua area”. Non si era mai visto prima».
LA FRASE DI GUARDIOLA – «Adesso ci sarà un modo nuovo di giocare contro il City, un modo prima del Brighton e un modo dopo. Così ha detto. La settimana dopo vinciamo 4 a 1 contro il Chelsea».