Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, le nuove analisi scientifiche condotte nell’ambito dell’incidente probatorio sembrano aver escluso la possibilità di trovare materiale genetico utile per riaprire il caso. I fogli di acetato usati per conservare le impronte rinvenute nella casa della vittima non hanno restituito tracce biologiche sufficienti per eseguire confronti affidabili con il DNA di persone coinvolte o sospettate. Tra queste, spicca la cosiddetta “impronta 10”, rilevata sulla porta d’ingresso dell’abitazione e inizialmente considerata significativa perché, se impressa nel sangue, avrebbe potuto essere compatibile con quella di un potenziale aggressore.
Nonostante l’interesse iniziale degli inquirenti, già nei mesi scorsi il valore probatorio di quella traccia era stato ridimensionato. I test specifici per rilevare la presenza di sangue avevano infatti dato esito negativo, e sebbene si preveda una ripetizione con tecniche alternative, le ultime verifiche hanno confermato l’assenza di materiale organico rilevante. Inoltre, secondo una consulenza tecnica della Procura di Pavia, quell’impronta non appartiene né ad Alberto Stasi – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio – né al nuovo indagato Andrea Sempio.
Sempio escluso, Stasi ottiene conferma della semilibertà
Parallelamente alle indagini scientifiche, la giustizia ha dato un altro verdetto importante: la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ad aprile aveva concesso ad Alberto Stasi la semilibertà. L’ex fidanzato di Chiara Poggi, attualmente detenuto a Bollate ma già autorizzato a lavorare fuori dal carcere, potrà quindi continuare a beneficiare del regime agevolato. I giudici della Suprema Corte hanno definito «inammissibile» il ricorso presentato dalla Pg, anche in merito all’intervista televisiva rilasciata da Stasi a “Le Iene” durante un permesso premio.
Intanto, la posizione di Andrea Sempio – amico di Chiara Poggi ed ex nuovo indagato – sembra definitivamente alleggerita. La sua avvocata, Angela Taccia, ha commentato gli esiti dell’incidente probatorio affermando: “Gli accertamenti scientifici sin qui svolti confermano la totale estraneità del mio assistito”. Solo due o tre delle sessanta impronte analizzate contenevano tracce minime potenzialmente utilizzabili, ma in quantità troppo bassa per effettuare confronti affidabili.
Continuano le analisi e gli accertamenti dattiloscopici
Le indagini, tuttavia, non si fermano. Venerdì è previsto un nuovo incontro a Milano tra consulenti, periti e investigatori per la terza sessione dell’incidente probatorio. Restano ancora da esaminare il tappetino del bagno – dove secondo i giudici è stata lasciata l’impronta della scarpa del killer, ritenuta compatibile con Stasi – oltre ai tamponi prelevati sul corpo di Chiara e alle tracce di sangue trovate in casa.
Un punto centrale delle nuove indagini rimane il DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima e il possibile confronto con il profilo genetico di Sempio. Anche se l’ipotesi di una sua implicazione perde sempre più consistenza, i magistrati della Procura di Pavia – Fabio Napoleone, Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza – vogliono chiarire ogni dettaglio. L’analisi dattiloscopica è ancora in corso da parte dei carabinieri del Ris e del consulente Nicola Caprioli: particolare attenzione è rivolta alla traccia “33”, trovata sulle scale della cantina e già attribuita proprio ad Andrea Sempio. Anche su questo elemento, tuttavia, al momento non emergono rilievi penalmente rilevanti.
L’articolo Delitto di Garlasco, sulle impronte in casa Poggi non ci sarebbe Dna. I prossimi passi dell’inchiesta proviene da Blitz quotidiano.