Femminicidio Sara Campanella, cortocircuito legale: risarcito il reo confesso suicida, alla vittima niente

Un suicidio annunciato. E un paradosso legale. Stefano Argentino, il 27enne reo confesso del femminicidio di Sara Campanella, fino a una quindicina di giorni fa era guardato a vista e assistito da due psicologi nel carcere di Gazzi, qando il il rischio che si suicidasse è stato declassificato con relativo allentamento dell’attenzione.

Suicidio annunciato e paradosso legale

La povera Sara Campanella, questa una delle conseguenze della morte del suo assassino, non beneficerà di un processo che in teoria avrebbe anche potuto preludere a un risarcimento per i familiari della vittima secondo la legge 199 del 2003, che regola gli indennizzi per le vittime di reati violenti.

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Femminicidio Sara Campanella, cortocircuito legale: risarcito il reo confesso suicida, alla vittima niente (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Questo il paradosso legale: i familiari di Argentino, il femminicida reo confesso, potrebbero intraprendere un’azione risarcitoria alla Corte europea dei diritti per l’omessa sorveglianza su un soggetto a rischio suicidio affidato all’amministrazione penitenziaria, i familiari di Sara, la vittima, non possono accedere a nessuna forma di risarcimento.

Perché è stata attenuata la vigilanza su Argentino?

Accertamenti saranno eseguiti anche sulla perizia medica che ha portato al ‘declassamento’ del livello di sorveglianza nella struttura penitenziaria di Gazzi nei confronti di Argentino che in passato era sottoposto ad attenta sorveglianza perché aveva manifestato l’intenzione di suicidarsi.

Saranno acquisite le cartelle cliniche e i pareri degli esperti che hanno valutato la sua capacità di potere tornare a essere detenuto in regime ordinario.

Sembra che il ‘declassamento’ sia avvenuto 15 giorni fa, decisione maturata dopo colloqui con psicologi e terapeuti che hanno ritenuto che la sua situazione fosse migliorata, tanto che Argentino aveva anche ripreso a mangiare dopo un periodo di rifiuto del cibo.

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