Gas fluorurati, Parlamento e Consiglio Ue raggiungono un accordo provvisorio per la loro riduzione

condizionatore d'aria

Su proposta dell’Europarlamento l’intesa prevede l’azzeramento degli idrofluorocarburi (HFC) entro il 2050. Una misura in linea con l’obiettivo di neutralità climatica dell’Unione entro il 2050

Un accordo provvisorio per ridurre ulteriormente le emissioni di gas fluorurati. Lo hanno raggiunto il 5 ottobre il Parlamento e il Consiglio dell’Ue. Su proposta dell’Europarlamento l’intesa prevede l’azzeramento degli idrofluorocarburi (HFC) entro il 2050. “L’eliminazione graduale del consumo di HFC nell’Ue è un chiaro segnale al mercato e allineerebbe le norme aggiornate all’obiettivo di neutralità climatica dell’Ue entro il 2050”, ha commentato attraverso una nota il Parlamento europeo.

Tra i punti di questo accordo provvisorio ci sono: il divieto dell’immissione sul mercato europeo di prodotti contenenti gas fluorurati; l’individuazione di date specifiche per l’eliminazione dei gas fluorurati a cominciare da quei settori “in cui è tecnologicamente ed economicamente fattibile passare ad alternative che non utilizzano gas fluorurati, come la refrigerazione domestica, il condizionamento dell’aria e le pompe di calore”; scadenze rigorose per l’uso di gas fluorurati con un elevato potenziale di riscaldamento globale per l’assistenza o la manutenzione di diversi tipi di apparecchiature.

Gli ultimi step

Il 19 e 20 settembre Bruxelles ha ospitato il 13esimo ATMOsphere Europe Summit. Nell’occasione è stato fatto un punto anche sugli ultimi risultati ottenuti nel campo delle tecnologie per lo sviluppo, in termini di perfomance energetiche e ambientali, dei refrigeranti naturali. Dal vertice è emerso che su questo fronte l’industria europea continua a crescere a ritmo sostenuto, con risparmi energetici e diminuzione dei costi per gli utenti finali che appaiono sempre più evidenti.

Un segnale importante in vista della riapertura, dai primi giorni di ottobre, dei negoziati a Bruxelles sul nuovo regolamento che punta a far diminuire sensibilmente, nell’arco dei prossimi anni, l’uso dei gas fluorurati (F-gas). Una misura necessaria se si vorrà porre un tassello decisivo verso l’obiettivo di riduzione delle emissioni inquinanti che si sono posti di raggiungere, entro il 2030, gli Stati membri dell’Ue.

I passi in avanti delle imprese

In attesa che l’Ue metta definitivamente nero su bianco questa intenzione, e a fronte di una campagna di comunicazione a sostegno dei gas fluorurati che negli ultimi giorni ha trovato spazio anche in alcuni tra i principali quotidiani italiani, è l’industria a muoversi in direzione dei refrigeranti naturali. In Germania l’operatore ferroviario Deutsche Bhan si è impegnato ad adottarli per la climatizzazione dei suoi nuovi treni. E in Italia un produttore di compressori ha confermato che l’utilizzo di refrigeranti naturali ha portato a un rilevante assorbimento di CO2 nei treni in cui sono stati adottati per la climatizzazione dei vagoni.

«Inoltre in Italia grazie al coordinamento di Legambiente – spiega Marco Mancini dell’ufficio scientifico nazionale dell’associazione – è nata l’Unione del Caldo e del Freddo Green (Ucfg), coalizione di alcune delle aziende italiane leader nell’utilizzo di refrigeranti naturali nei settori della refrigerazione, riscaldamento e condizionamento. L’Ucfg sostiene e promuove la concreta innovazione sostenibile che possono essere i refrigeranti naturali e non sottovaluta il fatto che il Regolamento F-gas è una delle misure di mitigazione del cambiamento climatico più importanti che l’Europa con ambizione può varare entro il 2023, poiché i gas fluorurati rappresentano circa il 2,5% delle emissioni di gas serra dell’Europa».

Nella stessa direzione si stanno muovendo sempre più case automobilistiche protagoniste della conversione all’elettrico. Alla luce delle complesse esigenze termiche dei veicoli elettrici – dalle pompe di calore per il riscaldamento dell’abitacolo al raffreddamento aggiuntivo necessario per la ricarica rapida delle batterie – i refrigeranti naturali sono destinati nel giro di pochi anni a diventare la prima scelta anche in questo settore.

Il monito delle ong e dell’European Environmental Bureau 

Il monito lanciato nei giorni scorsi da tante ong di tutta Europa, tra cui anche Legambiente, è che i negoziati portino all’approvazione di un regolamento non sbiadito dalle pressioni delle lobby degli F-gas in tempi brevi.

“L’Europa ha tutte le ragioni, dal clima all’economia e alla salute, per ottenere il titolo di primo continente senza gas fluorurati – hanno spiegato in un articolo pubblicato su Euractiv Davide Sabbadin e Alberto Vela, rispettivamente deputy policy manager for climate and energy e senior communications officer for climate and energy dell’European Environmental Bureau – La promozione dei refrigeranti naturali aumenterà la produzione europea di pompe di calore rispettose del clima (già in atto, in particolare in Italia, Germania e nei Paesi dell’Europa centrale e orientale), ridurrà la dipendenza dalle materie prime e abbasserà il costo del riscaldamento rinnovabile, in particolare per le famiglie che al momento non possono rinnovare completamente le loro abitazioni. Il Parlamento europeo ha colto l’intero puzzle e sta spingendo verso un percorso di trasformazione, invece di esitare a causa delle perdite economiche subite dalle industrie del passato. I Paesi dell’Europa centrale e orientale, inizialmente contrari a una tabella di marcia ambiziosa per la messa al bando dei gas fluorurati, dovrebbero riconsiderare le loro priorità: sostenere la promettente industria nazionale di domani o aggrapparsi al dannoso business as usual. Come tutti sappiamo, ogni treno perso nella transizione verde può tornare più tardi, ma con un costo del biglietto più alto”.

Il raggiungimento di un accordo, seppur ancora provvisorio, tra Parlamento e Consiglio europei è un segnale positivo nella direzione del cambiamento.