Gas serra, nuovo record: nel 2022 la CO2 è aumentata a 417,9 ppm

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Il nuovo record arriva dopo quello del 2021, che si attestava su 415,7 ppm. Cresciuti anche metano e diossido di azoto. I dati dell’ultimo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo)

Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), l’anno scorso l’abbondanza di gas a effetto serra nell’atmosfera ha raggiunto un nuovo record e non si intravede la fine della tendenza all’aumento. Le concentrazioni medie globali di anidride carbonica (CO2), il più importante gas serra, nel 2022 hanno superato per la prima volta del 50% quelle dell’era preindustriale, arrivando al valore record di 417,9 parti per milione (ppm), 2,2 ppm sopra il valore del 2021, che era di 415,7 ppm (+0,53%). Nel 2023 hanno continuato a crescere.

Nel 2022 sono aumentate anche le concentrazioni degli altri due gas serra: il metano è passato da 1907 parti per miliardo (ppb) a 1923 (+0,84%) e i livelli di protossido di azoto, il terzo gas principale, hanno registrato il più alto aumento annuale mai registrato dal 2021 al 2022, secondo il Greenhouse Bulletin, pubblicato in occasione dell’apertura dei negoziati delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28) che si apriranno il prossimo 30 novembre a Dubai.

Gli eventi legati alle correnti del Niño possono aver avuto conseguenze negative per le concentrazioni di gas serra lungo tutto l’anno 2023.

“Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di report e decine di conferenze sul clima – ha commentato Pettari Taalas, segretario generale del Wmo – Siamo ancora nella direzione sbagliata. L’attuale livello di concentrazione di gas serra ci pone sulla strada di un aumento delle temperature ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi da raggiungere entro la fine di questo secolo. Ciò sarà accompagnato da fenomeni meteorologici più estremi, tra cui caldo e precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani. I costi socioeconomici e ambientali saliranno alle stelle. Dobbiamo ridurre con urgenza il consumo di combustibili fossili”.

Circa la metà delle emissioni di CO2 rimane nell’atmosfera. Poco più di un quarto viene assorbito dagli oceani e poco meno del 30% dagli ecosistemi terrestri come le foreste, anche se è notevole la variabilità da un anno all’altro. Finché le emissioni continueranno, la CO2 continuerà ad accumularsi nell’atmosfera, provocando un aumento della temperatura globale.

È fondamentale agire subito. E forse neanche basterebbe. Data la lunga vita della CO2, ricordano gli esperti del Wmo, il livello di temperatura già osservato persisterà per diversi decenni anche se le emissioni saranno rapidamente ridotte a zero.